Le tute rosse di Husqvarna fanno dieci richieste all’azienda
Buona uscita, anticipo della cassa integrazione, distribuzione ai lavoratori del ricavato dalla produzione delle ultime 3.500 moto. La controproposta dei lavoratori
I lavoratori del reparto montaggio dell’Husqvarna sono consapevoli che il loro futuro è fortemente a rischio. La nuova proprietà non ha un piano industriale per il rilancio dell’azienda di Cassinetta di Biandronno e così le «tute rosse» (è il colore delle divise aziendali) hanno cercato di anticipare i tempi di decisione della proprietà, facendo una serie di richieste a partire dagli ammortizzatori sociali.
I lavoratori chiedono il pagamento anticipato da parte dell’azienda all’Inps delle mensilità per la cassa integrazione straordinaria; una buona uscita previo licenziamento volontario prima della cassa integrazione; estensione ad un altro anno oltre al primo depositato di cassa integrazione per tutti i lavoratori; poichè la produzione delle restanti 3.500 moto servono all’azienda per risparmiare delle penali, si chiede a quest’ultima di distribuire parte dei ricavati ai lavoratori; costante aggiornamento della situazione aziendale durante la cassa integrazione; l’esaurimento delle ore di flessibilità accumulate.
I lavoratori hanno individuato altre tre richieste che definiscono «difficili»: il cambiamento della causale della cassa integrazione straordinaria, che ricordiamo è per cessata attività; considerando che la Pierer Industrie, società che fa capo all’attuale amministratore delegato di Ktm, possiede altre aziende, si chiede di importare lavoro dall’esterno (motori, moto, pre assemblaggi); l’impegno della Pierer Industries a ricercare un nuovo proprietario, anziché condannare l’Husqvarna a morte certa.
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