Terza pista, progetto “congelato”

Repubblica anticipa il parere negativo della Commissione Tecnica del Ministero Ambiente, intanto l'ente dell'aviazione Enac ha chiesto uno stop di alcuni mesi. In attesa anche che l'Europa definisca la procedura d'infrazione ambientale

Il Ministero dell’ambiente sarebbe stata pronta a emettere un parere negativo sulla compatibilità ambientale del Master Plan di Malpensa (il maxiprogetto che comprende anche la terza pista e lìampliamento dello scalo), ma il parere viene “congelato” in attesa di ulteriori aggiornamenti, su richiesta di Enac (l’ente dell’aviazione, che ufficialmente propone gli interventi sugli scali). Lo scrive oggi Repubblica, facendo riferimento a documenti del ministero e di Enac.
Il quotidiano riporta una relazione preliminare della Commisione Tecnica di verifica ambientale, che riporta il parere “negativo”. La commissione del Ministero retto ora da Corrado Clini, secondo i documenti del quotidiano, segnala la necessità di “rimandare le valutazioni ambientali alla definizione della procedura d’infrazione della Unione Europea che avrà riscontro nel primo trimestre 2014 e a seguito degli approfondimenti scientifici forniti dall’Ente Parco del Ticino e della Regione Lombardia”. La relazione dice che “lo studio di impatto ambientale dei nuovi investimenti per Malpensa non è risultato sufficientemente approfondito” e che ci sono “carenze e lacune” su diversi aspetti, strettamente ambientali (impatto sulla brughiera e su specie rare, tra cui una farfalla in estinzione) e di compatibilità con la presenza umana. Si tratta di un documento di carattere tecnico, che in Sea viene considerato un atto interno che non anticipa le decisioni finali sul complesso piano di progetti infrastrutturali.

C’è però l’altro versante della vicenda, citato da Repubblica e confermato indirettamente da fonti del settore: Enac (l’ente dell’aviazione commerciale che formalmente propone gli interventi sugli scali, che sono affidati in concessione ai gestori come la Sea) ha scritto una lettera al governo chiedendo alcuni mesi di sospensiva (forse nove), visto il quadro di particolare empasse politica ma anche in attesa dell’esito della procedura Ue richiamata anche dal documento del Ministero. Il parere del Ministero, dunque, tornerebbe in un cassetto in attesa di essere ri-esaminato in futuro in vista della decisione definitiva. Su questo versante, secondo Sea l’evoluzione del quadro potrebbe comprendere anche nuovi dati emersi, come quelli dello studio (curato dall’Agenzia Protezione Ambiente della Regione Lombardia) in cui – parlando dell’inquinamento atmosferico, che è uno degli aspetti in gioco – si dice che è difficile individuare le quote «direttamente o indirettamente legate alle attività aeroportuali». Negativo il commento alla vicenda di Dario Balotta, Legambiente: «Il Governo ha attivato l’interesse nazionale per evitare il parere negativo del ministero dell’Ambiente: ci si ostina a voler spendere altri 1,4 miliardi per un aeroporto zoppo e gravemente sottoutilizzato. Come non ricordare che per Malpensa 2000 si sono già spesi oltre 2 miliardi di euro per investimenti ed i risultati sono stati modesti? Perchè distruggere il Parco del Ticino e far pagare al territorio un enorme prezzo ambientale senza garanzie di sviluppo?»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Aprile 2013
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