Nuovo sistema di filtrazione per il depuratore di Sant’Antonino

L'impianto, attivo dall'84, è stato adeguato alle normative vigenti. L'intervento è costato 5 milioni di euro ed è l'ultimo di una serie che hatrasformato un vecchio depuratore in una struttura moderna e sostenibile

E’ stato inaugurato questa mattina il nuovo sistema di filtrazione del depuratore di Sant’Antonino Ticino per migliorare il trattamento delle acque e rispettare i nuovi e più severi limiti di legge fissati dalle normative nazionali e comunitarie. Il depuratore di Lonate Pozzolo è il più grande e importante della provincia di Varese e depura le acque civili e industriali di un bacino di 330 mila abitanti partendo da Gazzada Schianno fino al confine con la provincia di Milano. 

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Le normative più stringenti, in termini di limiti allo scarico, entrate in vigore in questi anni, hanno imposto, infatti, l’adeguamento delle strutture che, come quella di Sant’Antonino Ticino, sono state progettate alla fine degli anni ’70 ed entrate in funzione negli anni ’80.
Per questa ragione, la Società per la Tutela Ambientale dei Torrenti Arno, Rile e Tenore Spa, presieduta dall’ex-sindaco lonatese Modesto Verderio, ha predisposto il progetto delle opere necessarie per conseguire gli obiettivi di qualità dello scarico in conformità alle normative vigenti, di cui il nuovo sistema di filtrazione fa parte grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Ambiente tramite la Regione Lombardia, per un totale di circa 5 milioni di euro.

Il cuore di questa nuova sezione dell’impianto è rappresentata da dodici vasche rettangolari

nelle quali sono posizionati altrettanti filtri costituiti da dischi ricoperti da appositi teli, che filtrano fino a 7.500 metri cubi di reflui all’ora.: «Questo sistema a dischi ricoperti da teli che filtrano il particolato rimasto in sospensione nelle acque, dopo il trattamento biologico, sostituisce il vecchio sistema a sabbia – ha spiegato Verderio – questo ci permetterà di risparmiare anche sulla pulizia dei filtri che prima ci creava problemi». Il presidente ha anche spiegato che gli investimenti portati a termine sotto l’attuale gestione amministrativa ammontano a 40 milioni di euro. Tra le opere realizzate è stata ricordata la copertura in pannelli solari sulla tettoia delle vasche che permette di ricavare 1 megawatt di energia elettrica e di abbattere i costi della bolletta dell’intero impianto. 

I lavori, iniziati alla fine dell’estate 2010, sono stati completati ed il collaudo tecnico amministrativo è previsto per il prossimo agosto. L’opera realizzata include anche due linee di miscelazione di reagenti, una stazione di sollevamento e un tratto di canalizzazione interrato, oltre ad interventi minori.  Il depuratore, di proprietà di Tutela Ambientale dei Torrenti Arno, Rile e Tenore Spa, è gestito dalla Prealpi Servizi sin dalla sua entrata in funzione, nel 1984.
«La gestione di nuove tecnologie rappresenta sempre una sfida – afferma il Presidente di Prealpi Servizi, William Malnati – e ci permette di acquisire nuove utili conoscenze per il nostro lavoro. Il depuratore di Sant’Antonino Ticino è uno dei più grandi della Lombardia e l’affidamento alla nostra Società è per noi una responsabilità, ma anche motivo di soddisfazione». Sugli stessi toni il commissario della Provincia di Varese Dario Galli che ha sottolineato come il territorio «possa vantare un sistema idrico integrato tra i migliori nonostante le traversie che l’Ato ha affrontato». Galli ha elogiato anche gli interventi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico «che – ha detto Galli – è un esempio di utilizzo intelligente delle superfici di copertura e non come fanno in alcune zone dove mettono pannelli solari al posto del frumento». 

Infine sono stati spiegati gli interventi futuri, mirati specificatamente al contenimento della bolletta energetica che è la voce principale di spesa del depuratore. Ogni anno, infatti, vengono spesi 2 milioni di euro per dare elettricità a tutto l’impianto ma – grazie ad una serie di intervnti previsti su 100 motori elettrici che verranno sostituiti e con la realizzazione di altre superfici fotovoltaiche – si vuole risparmiare un ulteriore 24% che equivalgono a circa 300 mila euro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Maggio 2013
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