“C’era una volta il biglietto cartaceo…”

Un lettore lamenta la necessità di presentare una ricevuta cartacea anche se si possiede un abbonamento elettronico

Gentile direttore,
questa lettera inizia come le favole con…
C’era una volta … solo il biglietto cartaceo.
Ci si recava alla biglietteria della stazione, si acquistava l’abbonamento o il biglietto, che ricordo negli anni settanta era un cartocino di 4/5 centimetri, poi successivamente, con l’avvento delle stampanti, è diventato tanto grande da non entrare nel portafogli e finalmente si poteva partire per il nostro viaggio. Ma il progresso, come sappiamo non si ferma, ed ecco apparire i tesserini elettronici pratici, comodi, ricaricabili anche on-line (non tutti però, la "io viaggio in Lombardia" no ad esempio).
Per convalidare la ricarica fatta on-line vanno avvicinati al "totem" entro qualche giorno dal pagamento e voilà finalmente si può partire per il nostro viaggio. Ma il progresso a volte fa un passo avanti e due indietro…
Ebbene Trenord prescrive l’obbligo di avere con se il biglietto cartaceo (che chiamano ricevuta) perchè il personale preposto ai controlli potrebbe non essere attrezzato del lettore, e allora uno si chiede: cosa me ne faccio del tesserino elettronico? Perchè per una loro mancanza devo essere io a incorrere in sanzioni o scocciature?
Avere il cartaceo infatti obbliga chi ha ricaricato l’abbonamento a stampare la ricevuta che avrebbe semplicemente potuto conservare in formato elettronico, la qual cosa però si può fare solo dopo che Trenord invia una mail di "ricarica avvenuta" perchè l’avviso di "accettato pagamento" della banca non serve a nulla, quindi il giorno che mi reco in stazione, eseguo la mia operazione presso il "totem" e salgo sul treno non sono in regola.
Se poi, quando si torna a casa e si potrebbe stampare la ricevuta, si scopre che la stampante non funziona, l’unico modo per ottenerla è di recarsi a Milano e farla stampare in uno dei tre punti abilitati perchè le biglietterie delle stazioni non sono autorizzate ne tantomeno quella della stazione dove si prende il treno, almeno queste sono le informazioni che ho ricevuto dall’operatore telefonico dell’assistenza clienti.
Ci pensate se uno ha un abbonamento con una tratta tipo Sesto Calende – Busto Arsizio, che fa? va fino a Milano? Ma siamo pazzi?
Che ne dite, forse agli utenti non dispiacerebbe avere chiarimenti da Trenord su queste disposizioni che onestamente a me paiono eccessivamente penalizzanti nei confronti del cliente, specialmente se si incontra qualche controllore particolarmente ligio ai regolamenti.
Cara Trenord perchè se i problemi sono Vostri chiedete agli altri di risolverli, se siete in difetto allora fate prendere al capotreno i dati del tesserino, eventualmente quelli di un documento di identità e controllate dopo quello che non siete stati in grado di fare al momento giusto se poi qualcuno non è in regola lo perseguite, a noi bastano già i disagi causati dai frequentissimi ritardi di cui ci omaggiate.
Cordiali saluti

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Pubblicato il 28 Giugno 2013
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