Cesare Cremonini: “L’Arena di Verona, una serata pazzesca”

In quindicimila per il cantautore bolognese che ha fatto ballare e cantare l'Arena per due ore e mezzo di fila. Una grande serata di musica ed emozioni

«Una roba pazzesca». Quando incontriamo Cesare Cremonini alla fine del concerto all’Arena di Verona, ripeterà la parola “pazzesco” almeno due o tre volte.
Ancora bagnato dal sudore, sembra doversi rendere conto di cosa è successo nelle ultime due ore e mezza. L’adrenalina è ancora tutta lì e la faccia racconta di una serata «incredibile» dove ogni emozione è stata sviscerata con il suo pubblico. «C’è stato un momento in cui mi tremava la gamba sinistra dall’emozione, ma sono riuscito ad esprimere tutta questa felicità sul palco ed è andato tutto bene».

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“Pazzesco”, detto con l’accento bolognese, in fondo è il termine giusto per raccontare il debutto del cantautore bolognese all’Arena Verona. Una serata che sembra essere la meritata risposta ad una carriera fatta di alti e bassi: «Ci sono stati tanti momenti difficili. Ricordo una serata a Perugia dove in un palezzetto da 8000 persone eravamo in 400, ma sono contento del mio percorso e lo auguro a chiunque voglia fare questo mestiere. La mia storia è completa, ci sono stati momenti in salita e in discesa. Arrivare fino a qui è stata dura, ma stasera ho sentito di essere riuscito ad avere la fiducia del pubblico».

Una rivincita che è arrivata con 15 mila persone arrampicate per tutta l’Arena di Verona, lì per quel cantautore bolognese che quando intona le note di “50 special” incendia il pubblico, ricordando il ragazzino di diciannove anni con il ciuffo rosso che si è fatto strada. Una grande festa fatta di parole, luci e energia dove in scaletta c’erano tutti i pezzi più amati dal pubblico e dove non c’era spazio per prendere fiato. Cesare Cremonini intona le note e il pubblico crea un coro di voci, urlando quelle canzoni che sono parte di una generazione. Il Comico (Sai che risate), Stupidoa chi?, Latin Lover, Mondo, Non ti amo più, Dev’essere così, Il Pagliaccio, Dicono di me, 50 Special, Le tue parole fanno male sono messe una in fila all’altra per raccontare di una grande festa dove Cesare Cremonini è in grado di intrattenere i suoi ospiti, regalando a loro energia e senza nascondere l’emozione di ricevere tanto affetto.

Una serata che arriva dritta al cuore e allo stomaco, ancora di più quando Cesare suona “Vorrei”, “Tante cose belle” e “Niente di più” su un pianoforte sospeso a mezz’aria sulla tribuna dell’Arena di Verona. «Vorrei avere la presunzione di pensare per un attimo che questa, grazie a voi e a questo posto, sia la serata di musica più romantica mai esistita in tutta l’umanità». Il pubblico è una distesa di piccole luci accese e quando si torna sul palcoscenico c’è ancora spazio per ballare e cantare. «L’ultimo disco (La teoria dei colori ndr) è stato come rinascere un’altra volta per me. Gli stimoli, le emozioni, le idee sono tutte nuove e anche questo progetto lo è. Se penso che a cinque anni suonavo davanti ai miei genitori, a dieci davanti agli amici e stasera ho suonato lì, sospeso in mezzo all’Arena, davanti a tutti loro non posso chiedere di più». Insomma, «una grande abbuffata di gioia» dove non è concesso trattenere le emozioni, i balli, i movimenti, le luci, le note. Lì, in mezzo a quel palcoscenico dove si può sempre riconoscere la faccia amica di Ballo: «C’è sempre stato, così come Mameli (il suo produttore ndr). Sono le persone che hanno sempre creduto in questo progetto e hanno lottato con me, anche per arrivare ad una serata come questa».
Prima di salutare i fan, Cesare annuncia dal palco la voglia di un nuovo disco, subito, appena possibile: «Voglio che la fiducia che mi state dando sia meritata». Prima di concludere questo anno di successo, iniziato con la pubblicazione de La teoria dei Colori, c’è ancora la tappa al Teatro Antico di Taormina dove sarà solo col suo piano e chissà quali saranno i progetti futuri. Intanto il pubblico applaude, alza i cartelli, palloncini e bandierine per salutare Cesare al suo inchino finale. Lui saluta emozionato, regalando a quelle persone la possibilità di credere che i sogni si avverano. Basta crederci.

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Pubblicato il 23 Luglio 2013
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