Il sindacalista: “No alla violenza ma serve più attenzione ai lavoratori”
Fausto Sartorato, della sigla Adl, è agente di polizia locale a Busto e grande sostenitore delle battaglie sindacali nel settore pubblico: "Massima solidarietà alle vittime ma non si può continuare a comprimere la sfera dei diritti"
Il tentato omicidio del sindaco Laura Prati e del suo vice Costantino Iametti ha portato alla luce la situazione di tensione che vige da alcuni anni a Cardano al Campo con la Polizia Locale da una parte e l’amministrazione dall’altra. A partire dalla vicenda della truffa dei cartellini, per la quale è stato condannato anche lo sparatore Giuseppe Pegoraro, fino alla vicenda dell’orario di lavoro o dell’uso eccessivo degli autovelox. Se rispetto alla vicenda della truffa è partito tutto da un’indagine della magistratura di Busto, per quanto riguarda le vertenze di tipo sindacale la sfida si stava giocando tra sindacato Adl, rappresentato da Fausto Sartorato, e organi amministrativi.
Proprio Sartorato, ispiratore di alcune di queste battaglie, ora esprime la sua solidarietà alle due vittime dell’attentato di ieri, ma anche la sua preoccupazione per le conseguenze nei rapporti già tesi: «Esprimo tutto il mio rammarico per il gesto folle e ribadisco che è un comportamento da condannare – e racconta – Pegoraro non l’ho mai conosciuto, non si è mai rivolto al nostro sindacato. Ho sempre sostenuto, e continuerò a farlo, che le proteste vanno fatte nei termini di legge e che nulla può giustificare l’uso delle armi e della violenza in generale. Tanto è vero che avevo consigliato ai sospesi di mettere in atto un gesto eclatante, ad esempio salire sul tetto del municipio, mi ero anche reso disponibile a salire con loro. Mi rendo conto che perdere il posto di lavoro oggi non lascia scampo, soprattutto ad una persona dell’età di Pegoraro». Secondo Sartorato la reazione di Pegoraro è stata una risposta «al fatto che d’improvviso si è trovato a dover vivere con 300 euro al mese facendolo andare fuori di testa».
Il sindacalista, però, ha da dire la sua sulla vicenda della truffa dei cartellini: «La commissione disciplinare poteva e doveva aspettare almeno l’appello di settembre prima di prendere la decisione della sospensione – spiega ancora Sartorato – due di loro hanno anche subito un licenziamento politico, voluto dal consiglio di disciplina di cui fa parte la rappresentante di Cardano. Rispetto la sentenza che è stata scritta in primo grado ma ricordo che in Italia i gradi di giudizio sono tre. Lo stesso giudice del lavoro aveva chiesto all’amministrazione di rimmattere i dipendenti sospesi in anticipo. Pegoraro, invece, ha visto l’allungamento di sei mesi della sanzione». Il timore è che, ora, questo tragico fatto di sangue lasci strascichi pesanti sulle relazioni sindacali: «L’amministrazione cardanese non si è mai dimostrata molto disponibile a risolvere le vertenze sindacali con la Polizia Locale – conclude il sindacalista – ora temo un ancora maggiore irrigidimento, spero non sarà così».
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