Le opposizioni bocciano i primi 100 giorni di Maroni
Non fanno sconti le minoranze in Consiglio regionale a Roberto Maroni e alla sua giunta dopo i primi mesi di governo
Insufficienza piena se non una sonora bocciatura. È netto il giudizio dei gruppi di opposizione in Consiglio regionale – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Patto Civico – dopo i primi cento giorni di governo di Roberto Maroni e delle sua giunta.
Tutte e tre le forze, poco dopo la conferenza stampa del presidente della Regione, hanno espresso un parere negativo sui primi porvvedimenti.
Partito Democratico (Alessandro Alfieri) – Il bilancio dei primi cento giorni della giunta Maroni non è positivo: la svolta promessa non c’è stata, il nuovo corso è la continuazione di quello formigoniano. Si sono solo invertiti i rapporti di forza, da PDL Lega a Lega PDL. I provvedimenti assunti dalla giunta non sono incisivi. Fino ad ora sono state approvate solo quattro leggi: a parte quella sui costi, uscita da un confronto tra le forze politiche e che non tocca i costi della Giunta, sono state approvate una una proroga di un anno (PGT), una è una moratoria di sei mesi (centri commerciali), l’altra è un prolungamento di commissariamenti fino a fine anno (ALER). Le ultime due rimandano a future approvazioni di altre leggi. Non proprio una partenza da Formula Uno.
Movimento 5 Stelle (Silvana Carcano) – La concretezza evidentemente non si deve misurare nei numerosi “non commento” del presidente alle domande che gli sono state sottoposte nel corso della conferenza stampa; nulla infatti ci è dato di sapere sui rapporti burrascosi all’interno della maggioranza, sulle nomine vacanti di decine di enti, sulla costituzione formale della regione della macroregione, una sua promessa elettorale da realizzare entro i primi 100 giorni non mantenuta, e sulla struttura che si vorrà dare ad Aler. (Leggi tutto)
Patto Civico (Lucia Castellano) – La rivoluzione della concretezza? Noi in questi cento giorni abbiamo visto un altro film. A partire dall’immagine di una maggioranza spaccata, tenuta in piedi solo da interessi elettorali, che sono certo un valido collante, ma che non assicurano l’esercizio della politica in favore del bene comune. (Leggi tutto)
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