Mister Sottili si presenta: “Il mio gioco? Duttilità e motivazione”
Prime parole ufficiali per il nuovo allenatore del Varese. «La mia squadra punta sempre ai tre punti». Alla società una sola richiesta: «Lavorare in settimana nelle migliori condizioni»
Accento toscano, fisico asciutto e sorriso sempre sulle labbra. Comincia così la storia varesina di Stefano Sottili, il primo allenatore dell’era Laurenza – e proprio il presidente ha rimarcato la sua predilezione per il mister – chiamato a ridare vivacità a una squadra che negli ultimi mesi della scorsa stagione ha perso quello smalto che l’ha resa brillante e vincente nelle ultime stagioni. E che – queste occasioni sono perfette per ricordarlo – ha saputo lanciare in Serie A due allenatori, accompagnati da diversi calciatori. Per questo Sottili sa bene che la sua avventura biancorossa può essere sia un punto di arrivo sia un trampolino di lancio per la sua carriera, già peraltro decollata con due promozioni in tre anni nelle serie minori (compresa quella freschissima con il Venezia riportato in C1) e con la nomea di tecnico capace di dare alle sue squadre un gioco propositivo e piacevole.
Queste caratteristiche fanno dire a Mauro Milanese, e la definizione pare azzeccata, che la scelta del Varese sia una «scommessa calcolata» ma anche «meritocratica»: in un mondo dove spesso le panchine vanno a "riciclati di lusso", qualche volto nuovo non può che fare bene al movimento stantio del football tricolore.
OPPORTUNITA’ – L’esordio biancorosso di Stefano Sottili, 44 anni, è all’insegna di due parole: opportunità e motivazione. «Il Varese e la Serie B sono per me una grande opportunità e farò di tutto per sfruttarla al meglio. Incontrare i dirigenti nei giorni scorsi mi ha fatto capire che il club ha voglia di trasmettere le mie motivazioni alla piazza ma anche che le persone con le quali lavorerò puntano sempre a fare bene e andare oltre ai semplici risultati. A loro ho spiegato il mio modo di fare: io voglio far capire ai giocatori che il successo della partita di sabato passa da quello che si fa in settimana. Quando si lavora in modo giusto nel quotidiano, al sabato le cose vanno bene in automatico».
Sulla Serie B, campionato che Sottili non ha mai "frequentato" dalla panchina, il neo tecnico del Varese spiega: «Allenare nella categoria cadetta è bello e stimolante, mi fa piacere provare a dimostrare anche qui ciò che ho fatto a livelli minori. Poi mi affido alle parole di un mio precedente direttore sportivo, Nelson Ricci: lui che ne ha viste tante mi ha detto che chi sa allenare in Lega Pro lo può fare anche in B e in A. In più so che a Varese avrò a disposizione uno staff e un gruppo di giocatori di alto livello. Inoltre sono curioso di scoprire questo mondo anche dal punto di vista mediatico: di sicuro in B c’è una visibilità molto maggiore ma fino a oggi non ho avuto problemi di sorta. Mi auguro di continuare così e, se necessario, di imparare a convivere con questa maggiore pressione».
SUL CAMPO DI GIOCO – Il nuovo "pilota" del Varese non ha la pretesa di applicare alla squadra ricette precompilate e, anzi, appare flessibile quando spiega che «sarà il mercato a definire il filo conduttore tattico, perché il modulo dipenderà dalla squadra che avrò a disposizione. Io ho giocato con il 4-4-2 a Carrara, con il rombo di centrocampo a Venezia mentre a Carpi ho alternato i due schieramenti. Penso che in generale la squadra debba avere una certa duttilità ma questa caratteristica dovrà essere accompagnata da un’identità di base. Essere duttili infatti non significa cambiare sempre ma piuttosto sapersi adattare alle necessità e avere così un’arma in più. Inoltre il calendario stagionale costringe a questo modo di fare: la squadra che inizia il ritiro non è quella che comincia il campionato e comunque dopo le prime giornate arrivano altri cambiamenti. Idem per gennaio quindi gli allenatori di oggi devono sapersi districare in queste situazioni».
Detto questo però, Sottili promette: «Mi piace un calcio propositivo e quindi scenderemo in campo per provare a vincere ogni volta. Se non ci riusciremo è perché c’è di fronte avremo un’altra squadra con lo stesso obiettivo ma di certo il Varese al fischio d’avvio avrà l’atteggiamento di chi vuole portare a casa i tre punti».
IL PREGIO – Mister Sottili sorride quando gli chiedono quale è il suo pregio principale: «Quello dovrebbero dirvelo i giocatori che ho avuto; di certo il miglior complimento che ho ricevuto da allenatore è stato quello che mi hanno fatto alcuni miei uomini che schieravo con il contagocce. Al mercato di gennaio hanno chiesto di rimanere in squadra perché, secondo loro, avrebbero comunque imparato molto restando con me. Quando ciò accade significa che avrai sempre pronti tutti i tuoi giocatori: anche per questo con il Carpi riuscimmo ad arrivare in finale di Coppa Italia eliminando quattro formazioni di C1 mettendo sempre in campo le cosiddette riserve».
MERCATO E RICHIESTE – Le modalità di ingresso di Sottili nel Varese sono votate, almeno esternamente, alla cautela. Nessuna richiesta pubblica di giocatori, solo un appunto che però ci pare molto importante: «Alla società ho chiesto solo che ci si organizzi bene dal punto di vista strutturale per il lavoro da svolgere in settimana. Penso che i giocatori non debbano avere alibi di alcun tipo ma che, a loro volta, si sentano ulteriormente responsabilizzati quando intorno hanno un ambiente che li pone nelle migliori condizioni di lavorare. Del mercato invece parleranno solo i dirigenti, io non esprimerò le mie idee in pubblico; ciò non vuol dire che non mi confronterò con il direttore sportivo, anzi. Il nostro dialogo è già aperto e sarà stretto da qui in avanti».
Sottili conosce bene la realtà della Lega Pro e sottolinea: «È indubbio che ci siano in giro giocatori molto interessanti anche nei campionati inferiori, ma poi nelle trattative subentrano tanti fattori quindi non è automatico che questi salgano di categoria. Bisogna capire se è possibile acquistarli, valutare la loro età e la funzionalità nel gruppo. Di certo gli occhi saranno aperti, ma ricordiamoci anche che il Varese in questi anni ha seminato molto bene e controlla diversi giocatori interessanti in chiave futura».
Tra i giocatori attualmente in rosa, Sottili ha già diretto Elia Bastianoni portato proprio da lui al Carpi dopo la prima esperienza alla Sarzanese. «Ma anche Bressan ha già lavorato, a Spezia, con il nostro preparatore dei portieri».
FUNGHI E PESCI – Originario della Toscana, ma ben radicato nelle Marche e in particolare a Fano dove è stato un idolo sul campo (in una squadra che tra gli altri schierava Baldini e Hubner) e dove si è sposato, Sottili ha in passatempi naturali la propria valvola di sfogo dallo stress del calcio. «Amo cercare i funghi e andare a pescare – racconta – e a questo punto mi pare di essere capitato bene scegliendo Varese come sede di lavoro». E se l’abilità nella pesca (e l’occhio necessario per scovare i porcini) saranno confermati anche nel calciomercato, chissà che Sottili non possa regalare al Varese qualche talento che lo aiuti ad accendere la passione – mai sopita – dei tifosi biancorossi.
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