Toni offensivi contro l’Italia. Husqvarna diventa un caso di Stato

Le controparti hanno ritenuto l'Italia un paese inaffidabile. Secondo Pierer Industrie (Ktm) sarebbe questo il motivo per cui sono fallite le trattative in corso con i potenziali acquirenti. Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono al ministero di verificare la disponibilità di altre imprese, tra cui Mv Agusta

Le controparti hanno ritenuto l’Italia un paese inaffidabile. Secondo Pierer Industrie (Ktm) sarebbe questo il motivo per cui sono fallite le trattative in corso con i potenziali acquirenti di Husqvarna. Non una parola su chi fossero questi fantomatici imprenditori interessati all’azienda di Cassinetta di Biandronno e quali le proposte messe sul piatto.
La giornata vissuta oggi, venerdì 26 luglio, dal sindacato e dai dirigenti del ministero dello Sviluppo economico, deve essere stata a dir poco surreale. «Ma se il problema è l’inaffidabilità del nostro Paese, per quale motivo questi acquirenti hanno partecipato alla trattativa con Pierer Industrie?». La domanda di Nino Cartosio della Fiom Cgil, volutamente retorica, sembra confermare l’ipotesi di saccheggio industriale sostenuta dal sindacato fin dalle prime battute di questa vicenda. «È chiaro – continua Cartosio – che siamo di fronte a delle giustificazioni poco credibili».

I sindacalisti di Fiom Cgil e Fim Cisl hanno chiesto al ministero di verificare le candidature di altri potenziali acquirenti, prima fra tutte quella di Mv Agusta, e di convocarli a Roma per intavolare una nuova trattativa. Pierer Industrie (Ktm) ha ribadito di voler chiedere la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, un ulteriore segno rivelatore della mancanza di qualsiasi volontà di salvare l’azienda di Cassinetta non ignorato dal ministero che ha ammonito i manager della casa madre austriaca di pensare bene alla causale con cui verrà fatta la richiesta. È ormai evidente che i toni arroganti e offensivi usati dagli austriaci stanno trasformando la trattativa su Husqvarna in un caso di Stato.
Il sindacato dei metalmeccanici è determinato a percorrere tutte le strade possibili per salvare i 242 posti di lavoro  e il patrimonio di conoscenza e professionalità  rappresentato da questa azienda che fino a pochi anni fa era tra i leader mondiali nella produzione di moto. «Lunedì mattina – conclude Flavio Cervellino della Fim Cisl – noi saremo a Cassinetta di Biandronno e i lavoratori bloccheranno gli impianti».

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Pubblicato il 26 Luglio 2013
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