“Venghino signori, venghino”, torna la Festa degli Alpini
Venerdì 19 luglio prende il via la tradizionale festa degli Alpini di Capolago che fino al 28 proporrà ricco menù a pranzo e a cena. "Una festa per stare insieme e per aiutare gli altri"
«Eh, ecco la stavamo aspettando!». Quando arriviamo al parco dove il Gruppo degli Alpini di Capolago stanno ultimando i preparativi per la loro festa ci accolgono così. D’altronde l’intervista annuale al gruppo di "giovanotti" più in gamba del quartiere è diventato un appuntamento fisso e la loro kermesse è uno degli eventi più attesi dell’estate. Si può dire che quando gli Alpini di Capolago aprono i battenti, per i varesini comincia veramente l’estate al sapore di polenta e asino. La festa apre ufficialmente venerdì 19 luglio, la sera, e continuerà fino al 28 luglio con pranzi e cene tutti i giorni.
Nel prato che affaccia sulla provinciale che porta alla Schiranna mancano solo gli ultimi aggiustamenti per poter iniziare: il cartello del ricco menù è lì, pronto per essere appeso davanti alle casse. Ricette consolidate che non stancano mai: fritto misto, polenta e asino, salamella, braciola, pasta e fagioli, nervetti, patatine e tanto altro, sono stati ordinati a quintali e i fornelli si accenderanno da venerdì.
«E’ sempre una festa per noi – racconta Giuliano Pozzo, capogruppo degli Alpini di Capolago -, è nata tanti anni fa e continua a mantenere le sue caratteristiche: aiutare gli altri e stare insieme».
Nata negli anni’70 come una tre giorni per raccoglie fondi per il gruppo degli alpini locale, nell’82 è diventata la festa che conosciamo oggi: ben dieci giorni filati tra un bicchiere di vino e tante chiacchiere, ma con uno scopo ben preciso. «A Natale distribuiamo il guadagno tra le associazioni o i missionari che ne hanno bisogno. Abbiamo sempre fatto così». Mentre parla Giuliano, gli altri "ragazzi" continuano a lavorare. C’è chi sistema il bancone, chi la cucina, chi la struttura e così via. La battura è sempre pronta: «Scriva che qui sfatiamo un mito: non è vero che gli Alpini vivono solo di grappa!», e poi: «Ci fanno lavorare e sudare qui, lo scriva». E parte la risata. In effetti di grappa non se ne vede, ma tutti sono impegnati a far qualcosa. Nonostante l’ironia infatti, l’impegno per organizzare una festa così è tanto. Il prato ha seicento posti che durante le serate fanno il tutto esaurito, a mezzogiorno la conta si ferma intorno alle trecento persone, ma per riuscire a soddisfare tutti i clienti ci vogliono tante mani. «Siamo circa 140 persone che lavorano. Trenta in cucina, il resto al bancone o dove c’è bisogno». Eppure nessuno si perde d’animo: «Lo spirito che si respira durante la festa è quello che vede: si ride e si scherza. E’ un modo per stare tutti insieme. Ci sono ragazzi che hanno iniziato a darci una mano da ragazzini e adesso sono uomini e poi c’è chi si è conosciuto qui e poi si è sposato. Insomma, c’è un bel coinvolgimento».
Alla richiesta di fare una foto tutti insieme si chiamono uno con l’altro e si mettono in posa. Sorriso e si abbracciano. La festa, come vuole la tradizione, si apre il 28 mattina con la sfilata degli Alpini della provincia, con a capo la Banda di Capolago. Il ritrovo è alle 10, si sfila per il rione dove ci sarà l’alzabandiere e la commemorazione dei caduti e, per finire, un pranzo tutti insieme. Una festa insomma, che mantiene le tradizione e non stanca mai. Da non dimenticare poi, il buon vino: ne sono state comprate 3000 bottiglie.
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