Quando per i turisti si costruivano le strade
Dai cassetti di un anziano lettore di Varesenews le testimonianze di quando i signori di Milano venivano a villeggiare, e si costruivano loro le strade
Se non eran ponti d’oro, quasi ci mancava: ai villeggianti che sceglievano, esattamente cent’anni fa, il Varesotto, si costruivano addirittura le strade. Dai cassetti di un anziano lettore di Varesenews, Mario Moia, classe 1923 saltan fuori vecchi ritagli di giornale, una proposta alla redazione per raccontare quello che l’anno prossimo sarà il centenario di una strada: la Varese-Orino. Varese-Orino? «Proprio così – spiega Mario Moia nella sua casa in mezzo al verde della Valcuvia – . Questa strada, come testimoniano le cronache del tempo, venne realizzata sul percorso già esistente, ma in terra battuta, che portava da Varese alla Valcuvia. Ma Orino rappresentava assieme a Viggiù uno dei principali punti turistici del Varesotto, quindi era necessario far arrivare i signori che partivano da Milano in auto, o in carrozza, nella maniera più agevole possibile».
Ecco allora la strada, che aveva il compito di collegare il capoluogo con la rinomata località turistica. La Varese-Orino venne inaugurata il primo luglio del 1914.
E già il 3 di ottobre dello stesso anno, come riporta la Cronaca Prealpina, si fa il bilancio del primo trimestre di servizio automobilistico fra Orino e la città Giardino “operato da Augusto Zeni”.
Poi venne la guerra, e non ci fu molto da scialare. Ma nel periodo successivo, complice l’autarchia, i milanesi, e non solo i signori, cercavano il fresco dell’estate e le località di collina venivano prese d’assalto. Non c’è quindi da stupirsi se la creazione della strada e l’immediata istituzione del servizio pubblico di trasporto (nel 1914!) diventarono realtà.
«Ricordo bene, la Orino di quegli anni – racconta Mario – . Un paese di 400 abitanti che a giugno accoglieva oltre 2000 turisti. Si affittavano gli appartamenti, le case e perfino le cascine! Vennero edificate le ville, come quelle proprio qui vicino, costruite negli anni 30 dai Volpi e dai Pavesi, che rappresentano ancora oggi degli splendidi esempi di liberty. E il turismo rappresentava una vera manna per i residenti: basti pensare che non appena giungeva un villeggiante in paese, al campanello della casa che lo ospitava suonava il messo comunale per riscuotere la tassa di soggiorno».
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