
Uccide il padre con una coltellata, arrestato
L'episodio nella notte tra giovedì 1 e venerdì 2 agosto al termine di una lite. L'uomo, di origine angolana, è morto nel suo appartamento di via Pindemonte. L'omicida ha 23 anni, la vittima 49
Ha ucciso il padre dopo una lite nel loro appartamento di via Pindemonte 1 a Busto Arsizio. L’aggressore è un ventitreenne, Joao Dungo Cassanga (foto), originario dell’Angola, e ha accoltellato l’uomo al torace. Il giovane poco dopo l’episodio è uscito in strada, con abiti, viso e mani imbrattati di sangue, e ha telefonato alla polizia, che è intervenuta in piazza san Michele e l’ha trasportato in commissariato, dove successivamente ha confessato. Nel frattempo carabinieri e polizia sono giunti nell’appartamento in via Pindemonte, dove hanno trovato la sorella dell’aggressore sconvolta e il cadavere del padre riverso nel corridoio. Il coltello usato per uccidere era in terra accanto a lui.
Alla lite, infatti, ha assistito anche la figlia minore dell’uomo, una ragazza di 21 anni, Rosa, che non sarebbe riuscita a fermare il fratello.

Secondo le ricostruzioni tra la vittima, Lucas Joao Cassanga, un operaio di 49 anni residente in Italia da oltre 20 anni, e i due figli, arrivati dall’Angola quattro anni fa, si verificavano frequenti litigi. L’uomo viveva all’ultimo piano di un condominio di via Pindemonte in zona Sant’Edoardo a Busto Arsizio. Dai vicini è descritto come persona molto buona e tranquilla, grande lavoratore. Faceva l’operaio in un’azienda di Lainate. Viveva insieme ad una donna italiana che sta tornando ora dalle vacanze in Puglia. Da qualche anno aveva portato in Italia i suoi due figli di 23 anni e 21 e per loro aveva fatto di tutto, cercando di farli studiare e inserire, ma le cose tra padre e figli non andavano bene e le liti erano all’ordine del giorno. Durante l’ennesima discussione, attorno alla mezzanotte, il giovane ha preso in un cassetto della cucina un coltello utilizzato per tagliare il pane, e si è scagliato contro il padre, colpendolo una sola volta. La lama probabilmente ha raggiunto il cuore, e l’uomo è morto prima dell’intervento dei soccorritori. Il ventitreenne, che si trova nel carcere di Busto Arsizio, è stato interrogato nel corso della notte dal pm Nadia Calcaterra. Ha raccontato di sentirsi oppresso dal padre, che spesso rimproverava lui e la sorella per i loro comportamenti poco parsimoniosi o, in passato, per le bocciature a scuola. L’intervento dopo l’omicidio è stato coordinato dagli agenti del commissariato di polizia Busto Arsizio e dai carabinieri. Sul corpo dell’angolano verrà eseguita l’autopsia.
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