
A piedi nella terra del ghiaccio e del fuoco
Un viaggio di 300 chilometri da Landmannalaugar a Reykjavik. È l'impresa compiuta da due sportivi di Uboldo: Luigi Chiarella e Fabio Ruggiero
L’Islanda e le sue condizioni estreme, scoperte a piedi, in solitaria, in un viaggio di 300 chilometri da Landmannalaugar a Reykjavik. È l’impresa compiuta dal 25 agosto al 1 settembre da due appassionati di trekking estremo e di survival sportivo: Luigi Chiarella (32 anni) e Fabio Ruggiero (33 anni). Entrambi sono di Uboldo, paese in cui hanno aperto un negozio di settore frutto di un’amicizia d’infanzia e sopratutto per una forte passione comune per la vita all’aria aperta. Il tragitto è stato interamente svolto in completa autonomia, senza alcun tipo di aiuto esterno, senza alcun contatto con la civiltà e senza alcun rifornimento durante la marcia.

Al seguito, Luigi e Fabio, avevano tenda, sacco a pelo, cibo disidratato, fornello a gas, pannello solare per la gestione delle apparecchiature elettroniche, GPS e mappe topografiche, depuratore per la potabilizzazione dell’acqua, e tutta l’attrezzatura indispensabile per la sopravvivenza durante gli 8 giorni di cammino necessari al completamento del percorso stabilito.
«La meta scelta per quest’impresa non è proprio tra le più facili – raccontano -. L’Islanda è infatti confinante a nord con il circolo polare artico e la natura incontaminata è interrotta solo da poche strade non asfaltate. La temperatura vicina allo zero, le piogge abbondanti, la grandine e i venti incessanti hanno inasprito la già difficile impresa accompagnando i nostri passi per sette giorni su otto».
I due sportivi non sono alla loro prima esperienza nell’ambito del trekking estremo. Hanno già attraversato le Alpi per ben due volte, e sono stati tre giorni e tre notti nel deserto chiamato Rub’ Al-Khali, vicino a Dubai, con Max Calderan, un recordman con all’attivo 5 record mondiali di attraversamento deserti in solitaria.
Alla domanda "perchè lo fate?" hanno risposto : «Crediamo che queste esperienze, seppure appaiano prive di scopo, servano per dimostrare che i propri limiti sono concetti superabili grazie alla preparazione fisica e mentale. La vita all’aria aperta inoltre ci rende partecipi di quanto il mondo meraviglioso che ci circonda vada rispettato e di quanto l’uomo abbia bisogno di tornare ad uno stile di vita più armonioso nei confronti della natura».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.