Di plastica o in legno, i gioielli ritrovati delle artiste laghée
Barbara Cuniberti ed Elena Barale raccontano come si sono inventate i gioielli sfruttando ciò di cui l’uomo o la natura non si serve più. E promettono: “Trasformeremo i visitatori in bambini”
Tutta colpa di un trapano, e di un documentario-denuncia sull’isola di detriti in plastica che se ne va alla deriva nell’oceano Pacifico.
Colpa dei sogni delle donne, forse, che hanno fatto in qualche modo incontrare Barbara ed Elena, diventate artiste complici dell’ambiente. E proprio in questi giorni la loro fantasia si incontrerà con quella degli ignari visitatori di ReMida, al Chiostro di Voltorre, che ancora non conoscono la ricchezza che si nasconde fra gli scarti della nostra vita: grazie all’immaginazione possono trasformarsi in oggetti unici e dal valore inestimabile.
Barbara Cuniberti era in casa col suo compagno, che lasciò incustodito un semplice trapano, di quelli per attaccare i quadri. Fu un’illuminazione. «Da tempo raccoglievo legni in riva al lago, di quelli levigati dalle onde e dai sassi – racconta Barbara, che fa l’architetto e lavora a Ispra – e ho capito che grazie a quel trapano avrei potuto realizzare qualcosa di unico servendomi di quelli che a prima vista possono venir chiamati scarti: rami che non si usano più, pezzi di roccia, addirittura ossa di animali».
Oggi Barbara ha dato vita ad un’associazione “La Loba che soffia nell’Anima”, con un atelier ad Angera dove presenta i suoi lavori: collane, monili fatti con denti degli animali trovati nei boschi (nella foto qui a destra), e ancora con le concrezioni che “fioriscono” nelle caverne proprio sopra Varese: un sistema carsico ricco di sorprese e di ispirazione.
Anche Elena Barale – lei stessa si definisce, come l’amica, una “laghee” visto che sta di casa a Ranco – ha avuto il suo momento di ispirazione, facendo l’artistico e collaborando col mondo della moda e col progetto Re Mida.
Le sue creazioni, che assieme a quelle di Barbara saranno esposte sabato al Chiostro di Voltorre, rappresentano un impiego che parte invece da altri scarti: quelli in plastica e in materiali che altrimenti gli artigiani butterebbero. E così il tubicino della flebo diventa l’occasione per dare vita ad un bracciale; il manufatto in pvc serve per trasformare una corda in fermaglio oppure la plastica morbida, lavorata e ritagliata, in un anello, dalla foggia curiosa (nella foto qui sotto).
Elena e Barbara saranno presenti al Chiostro per l’evento di sabato prossimo non solo per illustrare le loro creazioni, ma in veste di “consigliere” per quanti intendono avvicinarsi a questo genere di arte. Per questo motivo al piano superiore del Chiostro è stato allestito un laboratorio destinato a sfruttare la creatività degli adulti, dal momento che il centro da più di un anno lavora come officina per i piccoli delle scolaresche: grazie agli scarti degli artigiani della zona già da mesi danno vita a bellissimi lavori.
Saranno quindi i grandi questa volta a cimentarsi in produzioni artistiche grazie a seghetti, taglierini, martelli e punteruoli. Così si stravolge il concetto del gioiello: è ricchezza non la materia in sè, non il valore intyrinseco del prezioso, bensì il senso dell’opera, che viene personalizzata di volta in volta. Come si fa un gioiello su misura per una persona? «La si guarda, la si conosce e si lavora attorno alla sua personalità e si genera un’opera unica, che può avere un valore affettivo, per la persona, superiore a quello della più preziosa delle pietre», dicono le artiste, che non temono la concorrenza creativa di quanti faranno visita sabato al Chiostro. «Il nostro compito qui non sarà quello di spacciarci per insegnanti: saremo piuttosto “complici” di quanti verranno a trovarci», dicono: «Trasformeremo i visitatori in bambini».
I visitatori troveranno un’ampia gamma di prodotti in plastica, metallo, legno e altri materiali per sviluppare la propria immaginazione e messi a disposizione dall’emporio di ReMida; l’idea è, anche in base al seguito che avrà l’iniziativa, di organizzare periodicamente delle serate dove continuare questo percorso artistico e creativo per quanti saranno interessati.
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