L’assessore precisa sul dormitorio, ma non dice tutta la verità
Ivo Azzimonti diffonde una nota per replicare alle informazioni da noi riportate riguardo alla situazione del dormitorio ma molte delle precisazioni non sono del tutto vere. Giudicate voi.
"In merito all’articolo Pagare l’affitto per il dormitorio? “E’ Busto che ha scelto questa strada, mi corre l’obbligo di provvedere ad alcune precisazioni". E’ con queste parole che si apre la nota stampa diffusa in serata a firma dell’Assessore ai Servizi Sociali ma non tutto quello che l’assessore si sente obbligato a precisare corrisponde al vero. In corsivo sono riportati i punti della nota dell’assessore Ivo Azzimonti e, a seguire, alcune precisazioni.
"In primis, alcuni numeri: da un confronto con l’ Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane, è emerso che sono 15 gli helpcenter per i clochard attivati nelle stazioni italiane. Ciò significa che sono aperti in un comune su cinquecento (ricordo che i comuni italiani sono più di ottomila)." Questo è indubbiamente vero. Tuttavia è bene ricordare che non tutti e 8.000 i comuni italiani sono dotati di una stazione ferroviaria e che, sopratutto, non tutte le città con una stazione hanno la necessità di aprire un centro di aiuto per la popolazione senza dimora.
"Preciso inoltre che l’Osservatorio non è stato contattato dall’assessorato in maniera diretta, ma attraverso i Lions che si sono premurati di inviare la bozza progetto elaborato dall’Amministrazione all’Osservatorio. Come noto, i Lions fanno parte a pieno titolo della rete di associazioni che l’Amministrazione sta coordinando per affrontare e risolvere la questione." Questo, invece, è totalmente falso. Nella lettera integrale (disponibile qui) non solo il Comune non viene nominato tra i firmatari ma, anzi, si legge che i Lions non intendono "interferire tra due enti pubblici, Comune e Rfi". E’ piuttosto strano che ci si rivolga in questi termini se il Comune stesso è uno degli scriventi. Da notare poi che, oltre al fatto che l’assessore stesso si era dichiarato a non conoscenza dell’Onds, con una telefonata alle 16.40 l’ufficio stampa del Comune di Busto Arsizio ha chiesto a chi vi scrive i contatti telefonici dell’Organizzazione. Ma se -per ipotesi- quanto scritto dall’assessore corrispondesse al vero, potrebbe anche spiegare quale è stata la risposta a tale lettera che, per la cronaca, risale al 17 aprile scorso.
"Il progetto che è stato abbozzato dalle rete prevede l’intervento del terzo settore: questo elemento non costituisce un’anomalia, piuttosto una modalità auspicata e utilizzata abitualmente nel panorama dell’assistenza ai clochard, anche da parte dell’Onds stesso. Va detto inoltre che il sistema della rete di collaborazione è stato utilizzato, e con buoni risultati, per la gestione della sala d’attesa della stazione: ricordo che per due anni abbiamo potuto accogliere i clochard grazie alla disponibilità delle RFI, dell’Agesp, delle numerose realtà del terzo settore, delle forze dell’ordine." Assolutamente vero, nessuno sostiene il contrario. Peccato che questo progetto non lo abbia ancora letto nessuno e che le associazioni della rete non siano convocate da mesi. Gestire la pulizia di una sala d’aspetto è ben diverso dall’organizzare un dormitorio vero e proprio.
"Ultimo, ma non ultimo, chiarimento: è vero che l’Amministrazione non ha concluso nessun contratto per l’affitto del locale, ma non perché non intenda arrivare a una soluzione del problema, quanto piuttosto perché non ritiene congrua la richiesta di RFI". Tralasciando il fatto che l’assessore nella sua intervista sostiene un’altra cosa, il fatto che la richiesta non fosse congrua è stato spiegato già dal 9 febbraio scorso ma in questi mesi non pare ci siano stati passi in avanti nella trattativa. E l’inverno incombe.
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