“L’ultima vipera della palude si è estinta nell’Ottocento”

Cittadini preoccupati dopo l'avvistamento di numerosi rettili e dopo che il morso di un serpente ha mandato un ragazzino all'ospedale. Ma gli esperti assicurano: «Nessuna emergenza»

Domenica pomeriggio, a Cazzago Brabbia, un ragazzino è stato morso da un rettile. Il sedicenne si trovava con alcuni amici nello spazio tra il Comune e il campo dell’oratorio quando il serpentello, che gli si era attorcigliato intorno alla gamba, lo ha morso provocandogli dolore e gonfiore al piede. Una vipera? Questo ancora non si sa. Il giovane è stato portato al pronto soccorso dell’Ospedale di Varese, ricoverato e poi dimesso. Né sul verbale del pronto soccorso né su quello del comandante della polizia locale, è fatta menzione a una tipologia particolare di serpente ma si fa riferimento a un più generico "morso di rettile". Un altro esemplare "sospetto" è stato catturato in una zona diversa del paese: è conservato in un barattolo e sarà portato all’Asl nei prossimi giorni. Nel frattempo però sono numerose le chiamate ricevute dal Comune e dalla Polizia Locale per segnalare avvistamenti e per chiedere informazioni. «La possiblità più credibile che giustificherebbe la presenza di una vipera a Cazzago è che qualcuno l’abbia catturata altrove e liberata lì. Ma non c’è alcuna emergenza vipere». Per gli esperti della Lipu dell’Oasi Palude Brabbia le possiblità di imbattersi in serpenti velenosi nella zona del lago di Varese sono assai remote. «Questo tipo di animali necessita di un ambiente ben diverso – spiega l’erpetologo Lorenzo Laddaga -. Le prime vipere a Varese le incontriamo infatti alle pendici del Campo dei Fiori. Gli ultimi esemplari nell’area della palude risalgono invece all’Ottocento. Sono diffuse qui molte altre specie di rettili come la natrice dal collare, nome scientifico natrix natrix, o la natrice tessellata. Se mordaci potrebbero essere invece dei biacchi. Quest’ultimo rettile può assomigliare a una vipera e può mordere provocando alcuni disturbi ma non è velenoso». Quella per i serpenti è una paura atavica, pensiamo a quanto è riuscito a scatenare il caso del pitone fuggito a Morazzone. E ad alimentare quella dei cazzaghesi potrebbe essere stata la presenza di piccole bisce che ultimamente è più facile avvistare anche vicino ai centri abitati o sul percorso della pista ciclabile: «In questo periodo si schiudono le uova delle bisce d’acqua – prosegue Laddaga – e una natrice può arrivare a deporre fino a cinquanta uova. I piccoli hanno biosgno di un ambiente caldo e umido e solo successivamente cercano l’acqua, anche a costo di passare in mezzo alle case, quello che probabilmente è avvenuto a Cazzago». «Difficile è anche il riconoscimento dei rettili quando non si ha il tempo di osservarli bene – aggiunge Barbara Ravasio, Responsabile Lipu della Riserva Naturale Palude Brabbia -. Ci sono alcune specie di bisce che quando si sentono minacciate assumono le caratteristiche delle vipere ma non sono velenose e difficilmente mordono. In ogni caso in tutta Italia sono molto rari gli episodi di morso da vipera». Di ripopolamenti non ci sono notizie (voce che si è invece diffusa in paese), mentre il sindaco Massimo Nicora esclude la possibilità di una "caccia al serpente" su larga scala, soprattutto senza una verifica concreta dell’esistenza dell’animale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2013
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