La Liberazione a Varese quando lo stadio era un campo di concentramento
Lo storico varesino Franco Giannantoni presenta "I giorni della speranza", l'opera che completa il suo ciclo di studi sul fascismo repubblicano e sulla Resistenza in provincia
La storia è fatta anche di aneddoti e di questi Franco Giannantoni, con la sua straordinaria conoscenza dei fatti anche nei loro aspetti più minuti, ne è un prodigo narratore. È propria questa sua capacità a rendere più lieto e vicino al lettore la consultazione delle sue opere storiografiche. Così è anche per la sua più recente, pubblicata da Emmeeffe Edizioni, "I giorni della speranza" presentata venerdì 13 settembre negli spazi del Twiggy di via De Cristoforis.
Si tratta di un’analisi storiografica puntuale e documentata sul 25 aprile 1945 e su tutto ciò che è ruotato attorno alla data della liberazione a Varese e provincia. Un lavoro certosino come solo Franco Giannantoni sa fare. Il giornalista, scrittore, ricercatore storico, nato e vissuto a Varese, è autore di numerose opere sulla Resistenza italiana e con la sua ultima opera,“I giorni della speranza e del castigo”-“Varese 25 aprile 1945” (pagine 663, euro 30), completa il suo ciclo di studi sul fascismo repubblicano e sulla Resistenza a Varese e provincia iniziato nel 1984 con “Fascismo, guerra e società nella Rsi. Varese 1943-1945”, prefazione di Luigi Zanzi, edito da Franco Angeli, riproposto dall’Anpi Varese nel 1999, tema ulteriormente sviluppato nel 2001 con i due volumi editi da Arterigere, Varese “La notte di Salò 1943-45. L’occupazione nazifascista di Varese dai documenti delle camicie nere”.
L’autore ha attinto le sue fonti da un’inedita documentazione e di un importante apparato fotografico. Viene affrontato ed analizzato in modo organico il tema del “25 aprile”: dalla resa nazifascista, all’insurrezione, alle quindici fucilazioni decretate dal Cln e dal Cvl riuniti nel Tribunale del Popolo; al paventato progetto di occupazione americana della città nel timore di un progetto comunista; alle centinaia di processi presso la Corte d’Assise Straordinaria e Sezione Speciale fra il 1945 e il 1947 nei confronti dei collaborazionisti e dei criminali fascisti, agli eccidi indiscriminati di sedicenti bande partigiane fuori dal controllo della legalità del Cln e delle forze Alleate, alla mancata epurazione e alla fallita attività istruttoria della Commissione Illeciti Arricchimenti del regime, alla amnistia Togliatti” del 22 giugno 1946 in vista di una “pacificazione nazionale” che, applicata in modo estensivo per non dire generoso dalla Suprema Corte di Cassazione, spalancò le porte alla gran parte dei condannati, compresi quelli colpiti da sentenza capitale.
Il campo di concentramento di Masnago:
Dalla sua opera ne esce una descrizione, ampia nella capacità di delineare e racchiudere un avvenimento ampio e complicato come è stata quella fase storica, ma estremamente dettagliata nei fatti e nelle responsabilità delle persone e dei ruoli che ricoprivano. Con "I giorni della speranza" si riscoprono le vicende dimenticate di uomini e luoghi che hanno segnato le pagine di storia della nostra provincia. Riappare così il campo sportivo di Masnago in un’inconsueta veste di campo di concentramento, dove furono stipati a ondate anche di 700 persone, ma anche le pagine più buie e nascoste della resistenza. Quelle pagine che raccontano delle bande incontrollate che a Varese fucilarono sommariamente 239 persone, contro i 15 giustiziati dopo il processo del tribunale del popolo e le 17 condanne a morte (delle quali solo una eseguita) comminate dalla corte di assise ordinaria.
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