Pd all’attacco sulla Fondazione Maurizi

Mauro Zaffaroni critica il nuovo progetto che vedrebbe la realizzazione di una casa di riposo sulla colina delle Candie. «Non si rispetta la volontà iniziale»

Il Pd di Cassano vuole chiarezza sulla Fondazione Maurizi, legata al progetto per una casa di riposo su un terreno lasciato al Comune da una cittadina. «Ci fa piacere che la Fondazione abbia rotto il suo silenzio, ma avremmo delle questioni da porre», spiega Mauro Zaffaroni. Sì, perché è dal 1993 che non si sentiva parlare di quella che nei piani originari doveva essere una casa di riposo o meglio una residenza sanitario-assistenziale sulla collina delle Candie. Almeno questo era il piano voluto dal lascito testamentario del 1945 della signora Saverina Mezzadra: «Nel giugno di quest’anno apprendiamo dalla stampa che è arrivato un nuovo progetto, noi veniamo a conoscenza di quest’ultimo solo nella commissione di settembre», puntualizza l’esponente Pd. E qui – secondo il Pd – iniziano gli interrogativi: «Le finalità erano tutte rivolte alla comunità, ora non è più così–  attacca Zaffaroni – e non lo è più nonostante gli sforzi delle amministrazioni di centrosinistra in passato. Mi riferisco al finanziamento da 180 milioni di lire ottenuto nel 1980 da Regalia e da quello da 190 milioni ottenuto da Rigamonti». Con queste somme si sono realizzati gli alloggi e il centro diurno anziani.

fondazione maurizi cassano magnago progetto pd partito democraticoDa qui nella ricostruzione del Partito Democratico si passa al 2005, anno in cui si apre il cantiere per la realizzazione di una casa di riposo sulla collina delle Candie. «Iniziativa meritoria – chiarisce Zaffaroni – che si interrompe bruscamente dopo la costruzione di una chiesa». Da qui in poi il cantiere rimane abbandonato, attorniato dal silenzio sulla questione. La novità arriva come detto quest’estate con un progetto ambizioso ma, spiegano dal Pd, «urbanisticamente pesante, tanto da richiedere addirittura una variante del Pgt». I dubbi per Zaffaroni e colleghi sono molti, a partire dallo stravolgimento delle volontà iniziali della donatrice: con l’attuale progetto si passerebbe dai trentasei posti letto ipotizzati in origine a ben duecentoquaranta degenti, cui vanno aggiunti i trenta del centro diurno e i clienti della Spa.

Domande anche sulla sostenibilità economica: «Vista l’attuale crisi – si chiede Zaffaroni – è ragionevole far partire un progetto da oltre quarantamila metri cubi? Ed inoltre posto che ci possano essere richieste per colmare i posti letto realizzati, siamo sicuri che ci siano così tante persone che possano permettersi un tale servizio?». Dopo il blocco degli accreditamenti con Rsa private da parte della Regione, secondo il Pd il rischio è quello di costruire una cattedrale nel deserto. Questione non irrilevante è poi quella del 5×1000: dal 2009 infatti la Fondazione diviene Onlus e il Pd chiede chiarezza riguardo le somme ricevute dalla cittadinanza e il loro utilizzo. Ma non è finita qui, perchè il Pd mette sotto la lente anche la questione posti di lavoro: «Davvero – conclude Zaffaroni – si può credere che questa struttura crei occupazione tra i cassanesi? Dubito fortemente, si potrà al massimo dare priorità ai cittadini sui posti “generici”, non certo quelli specializzati».

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Pubblicato il 23 Novembre 2013
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