Rallentiamo i tir per salvare la produzione
Secondo i lavoratori e i sindacati, le linee di produzione vengono usate come magazzino da Pierer Industrie e una volta invase dai pezzi di ricambio sarebberero inutilizzabili. I manager austriaci in questura per denunciare il blocco dei mezzi
Il freddo e il vento cambiano la faccia alle persone, ma non ai lavoratori dell’Husqvarna di Cassinetta di Biandronno il cui volto, da otto mesi a questa parte, è perennemente scuro. Dopo l’annuncio di Pierer Industrie AG (in tedesco società anonima, equivalente della Spa italiana) di voler cessare la produzione di moto in provincia di Varese, solo in tredici hanno trovato un altro posto di lavoro. «Erano colleghi con una professionalità particolare, ma non è detto che siano andati a costruire moto – dice Roberto Lastella -. Io invece so fare solo quello e lo so fare bene, qui vi assicuro che ne facevamo di veramente belle».
Insieme a Roberto, davanti alla fabbrica, ci sono altri venti lavoratori, sono lì per dar fastidio ai tir che arrivano dal Veneto carichi di materiali che Pierer Industrie AG sta trasferendo a Cassinetta, dando il definitivo colpo di grazia alla produzione. Il materiale viene infatti scaricato e sistemato nei capannoni dove c’erano le linee di montaggio delle moto Husqvarna, un segnale chiaro, secondo i lavoratori, della mancanza di volontà della proprietà di voler tornare a produrre moto nel sito varesino. «Dei 45 tir attesi ne sono già arrivati 20 – spiega Fabio Murazzi, delegato della Fiom Cgil -. Con questa manovra Pierer dimostra di non aver alcun piano industriale per Husqvarna, sgravandosi di un costo perché i magazzini di Verona sono della Bmw».
Attualmente in fabbrica lavorano, su due turni di 8 ore, circa 20 persone, i restanti 189 lavoratori sono in cassa integrazione e ricevono 675 euro al mese più 300 euro di indennità, contro i 1.200 euro della busta paga normale. Ivan Fogli è uno di loro. «Io non ce l’ho con quelli che lavorano – dice il cassintegrato – chi si faceva i fatti suoi prima, se li fa anche adesso. Il tentativo della proprietà è sempre stato quello di spaccare i lavoratori».
Accanto a Husqvarna è stata creata una seconda società, la Moto Italia, una sorta di bad company dove far confluire tutto ciò che non rientra nella strategia di Pierer Industrie AG, compresi i 189 cassintegrati. «Ancora una volta emerge l’arroganza della proprietà – dicono i sindacalisti di Fiom Cgil e Fim Cisl, Nino Cartosio e Flavio Cervellino -. Noi siamo realisti e seri e mettiamo Pierer Industrie di fronte alle sue responsabilità. I lavoratori vogliono delle risposte e finché non le avranno si mobiliteranno per rallentare il piano della proprietà».
Nel bel mezzo del presidio arrivano anche i due manager austriaci (foto a destra) che, secondo i sindacati, sarebbero andati in questura a denunciare il blocco dei tir. I due negano di averlo fatto, ma evitano accuratamente di passare vicino agli operai. «Stanno smantellando tutto – conclude Giorgio – persino la piccola montagna artificiale dove venivano esposte le moto. Chissà, magari la useranno per il presepe».
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