Frates: “Il terzo periodo ha cancellato tutto”
L'allenatore risponde in modo polemico quando gli si elencano i mancati obiettivi: "Per parlare di fallimento, dovremmo metterci d'accordo sui quali erano i traguardi". Dalmonte: "Grandi complimenti ai miei"
Quando Fabrizio Frates entra in sala stampa, fa in tempo ad ascoltare le parole del collega Dalmonte che mette ovviamente l’accento sul terzo parziale, che è evidentemente la chiave di volta dell’intera partita.
«Quel terzo quarto è stato decisivo: abbiamo segnato solo 3 punti in dieci minuti, con gli ultimi cinque davvero tragici, in cui abbiamo sbagliato tanto anche da dentro l’area, cosa che ha consentito a Roma di difendere ancora con più pressione sul perimetro. Da lì in avanti abbiamo solo potuto provare mille assetti, abbiamo avuto uno spirito da battaglia e siamo rientrati sino al -5 ma a quel punto era molto difficile ribaltare la gara. Abbiamo provato anche l’azzardo di giocare senza centro ma questa Roma ha la forza per adeguarsi e stare bene in campo pure senza Mbakwe. Peccato: il primo tempo era stato molto buono, ma quel periodo ha cancellato tutto».
L’allenatore però non vede assonanze con il brutto terzo parziale visto anche a Siena: «Credo siano stati diversi i motivi della difficoltà: avevamo chiuso 20′ con 41 punti, poi ci siamo inceppati nonostante siamo anche spesso riusciti a dare palla sotto».
Poi, incalzato sulla serie di obiettivi mancati, Frates alza il fuoco di sbarramento: «Certo, abbiamo mancato l’obiettivo delle Final Eight. Ma per parlare di fallimento bisogna metterci d’accordo su quali sono i traguardi che ci siamo dati. Per me la qualificazione all’Eurolega non era un traguardo percorribile (Varese però, lo ricordiamo, ha perso alla prima di tre partite possibili ndr), e per me non lo era neppure la Supercoppa. Però se volete scrivere che abbiamo fallito tutti gli obiettivi, scrivetelo pure: vi dico anche che non vinceremo neppure lo scudetto».
Poi mostra gli artigli quando sente parlare di mentalità perdente: «Questo non lo accetto. In altre circostanze gente come Banks e Hassell se ne sarebbero stati a guardare, invece hanno giocato e ci hanno provato fino in fondo. La mentalità perdente è un’altra cosa».
Luca Dalmonte invece è giustamente felice: «Devo fare complimenti straordinari ai miei giocatori per la partita che hanno prodotto, perché innanzitutto volevamo abbassare le percentuali da 3 di Varese consapevoli che sotto il 40% avrebbero potuto perdere e così è stato. La mia squadra ha anche prodotto un terzo periodo di grande presenza e qualità su cui si è decisa la partita; vi risparmio quello che dirò loro sugli "uno contro uno" però per il resto hanno mantenuto il controllo, crescendo nell’arco del match. Siamo andati dove volevamo a livello offensivo, sfruttando situazioni a noi favorevoli. E la cosa più importante è che tutti erano allineati e collegati: quando si ha questo atteggiamento si possono anche fare errori, la solidità ci tiene dentro ai binari. Ci siamo dovuti adeguare alla varietà dei quintetti di Varese e lo abbiamo fatto, tenendo anche stando in campo senza la nostra struttura ideale. Mi fa piacere anche vedere Szewczyk darci una mano: ci vuole del tempo per andare in forma ma sa già cosa fare».
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