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Amsc perde l’AD, Canziani lascia dopo pochi mesi
Era stato nominato amministratore delegato a fine gennaio, da maggio era destinato a diventare l'amministratore unico della società comunale. "Impossibile conciliare incarico e situazione familiare"
L’amministratore delegato di Amsc Giovanni Canziani presenterà le sue dimissioni dall’incarico, assunto da poco più di un mese e mezzo, dopo che era già entrato nel cda dell’azienda a fine 2013. Un fulmine a ciel sereno, come si dice, tanto in azienda, quanto nella maggioranza di centrosinistra. E anche un bel problema da affrontare per il futuro, visto anche il quadro di cambio normativo per la società partecipata: Canziani era infatti destinato con ogni probabilità a diventare l’amministratore unico dell’azienda.
Canziani era stato scelto da Edoardo Guenzani, sindaco di Gallarate (Comune socio con larga maggioranza dell’azienda), per le sue doti manageriali, ma anche per l’esperienza amministrativa di lungo corso, come sindaco di Lonate Pozzolo (nella foto, quando era primo cittadino lonatese). E soprattutto la sua nomina era stata fatta con attenzione, guardando al futuro: con il prossimo bilancio, infatti, Amsc deve adeguarsi alle nuove normative scegliendo tra un amministratore unico o un cda formato da due membri "politici" (cioè scelti dal sindaco) e da tre funzionari comunali già in organico. Il sindaco Guenzani – e in realtà anche la maggioranza di centrosinistra – era orientato appunto all’idea dell’amministratore unico per la società, dal momento che il cda avrebbe imposto ulteriori carichi ai dirigenti comunali (molti dei quali hanno già anche altri incarichi simili, per esempio il dg Emiliano Bezzon chiamato nel cda di Accam). Dunque? Dunque amministratore unico, con il vantaggio che Canziani aveva accettato di entrare subito nel cda di Amsc nonostante i forti limiti di retribuzione (400 euro circa al mese).
Le dimissioni sono già state consegnate: «Mi dimetto per motivi familiari, il tempo da passare in azienda è molto impegnativo e non riesco a dedicare sufficiente tempo alla mia famiglia, ho fatto una scelta. Deriva solo da questo: nessun motivo politico, nessun altro contratto, solo impossibilità di conciliare due situazioni complicate, ho scelto la situazione famigliare».
E a questo punto si apre un grosso problema per la maggioranza di centrosinistra, per disegnare il percorso futuro dell’azienda comunale.
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