Addio a Tamburini, “papà” geniale di Cagiva ed Mv Agusta

È scomparso a 71 anni il grande progettista romagnolo, che disegnò molte delle più belle moto prodotte a Varese grazie alla collaborazione con i Castiglioni

L’Olimpo del motociclismo italiano ha perso uno dei suoi massimi rappresentanti. Sabato 5 aprile si è spento Massimo Tamburini, designer geniale e grande protagonista del mondo delle due ruote. Tamburini, 70 anni, era nato a Rimini nel 1943 e dal suo estro sono nati capolavori come la Mv Agusta F4, la Ducati 916 e la Cagiva Mito, popolarissima tra i ragazzi di qualche anno fa.
Tamburini fu un preparatore eccezionale prima ancora di un maestro della linea: negli anni ’70, proprio da un Mv Agusta, nacque la sua prima special. La moto era una reinterpretazione di una MV 600 4 cilindri stradale; il bolide, alla fine del lavoro, era una replica della moto di Giacomo Agostini che in quegli anni spadroneggiava nel motomondiale proprio con il marchio della Schiranna. Nel 1971 Tamburini decide di trasformare la sua passione in professione. Insieme agli amici Morri e Bianchi, fonda la Bimota, che da lì a qualche anno diventerà un marchio di eccellenza riconosciuta in tutto il mondo per l’efficacia dei suoi telai e la ricercatezza nella componentistica. La prima Bimota fu la HB1, realizzata sulla base di una honda 750 four "disintegrata" dopo una caduta sul circuito di Misano.
Nel 1985 Tamburini viene ingaggiato dai fratelli Castiglioni ed entra a far parte di Cagiva e arriva così sul lago di Varese dove per iniziare disegna la Freccia C9, la C10 e la C12 per poi inventare la Mito. Poco dopo Castiglioni acquista Ducati e per il marchio di Borgo Panigale Tamburini realizza la "Paso", dedicata a un altro grande romagnolo, il pilota Renzo Pasolini a sua volta radicatosi a Varese. Poi arrivano la 851 e la bellissima 888, ma è con la superba 916 che Tamburini tocca l’apice del suo "periodo rosso". La 916 spadroneggia nella Superbike e nella carriera di un uomo segna una vetta che sembra insuperabile. Ma Tamburini non è un uomo qualsiasi. Nell’ultimo scorcio degli anni ’90, ancora Claudio Castiglioni vuole rilanciare la Mv Agusta, ed è allora che Tamburini regala alla storia il suo capolavoro. Una moto destinata a rimanere nella storia del motociclismo e oggi esposta anche al Guggenheim di New York, la Mv Agusta F4 (foto). Con la scomparsa di Tamburini l’Italia non perde solo un genio del motociclismo, ma un grande esponente della creatività e delle capacità che il nostro Paese sa esprimere

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Pubblicato il 07 Aprile 2014
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