La Liuc la più “amata” fra le università non statali

Lo dice la ricerca pubblicata da “Il Sole 24 Ore”. Buona anche l'internazionalizzazione, meno la ricerca: il presidente di Univa spiega perchè

La LIUC è l’Università italiana non statale meglio valutata dai propri laureandi: lo dice “Il Sole 24 Ore” nelle sue classifiche sulla qualità universitaria italiana, pubblicate all’interno dell’edizione di lunedì 23 giugno del quotidiano. Alla LIUC viene assegnato un punteggio di 8,88, che la pone in testa per il voto degli studenti nella classifica degli atenei non statali ma anche, in base al punteggio assoluto, davanti alla prima delle statali.

«Un risultato importante – commenta il presidente Michele Graglia – che attesta l’alto livello di soddisfazione dei nostri studenti. Ce ne rendiamo conto ogni giorno nel confronto quotidiano con loro e con i laureati, che restano molto legati all’Università anche dopo la fine del proprio percorso, in virtù della buona esperienza. Pensiamo che il "segreto" stia proprio nella capacità delle diverse "anime" dell’Università (docenti ma anche personale amministrativo, collaboratori e naturalmente il network delle aziende che collaborano con noi) di lavorare in sinergia per fare in modo che gli anni di studio alla LIUC siano a tutti gli effetti un’esperienza, un tassello importante per costruire la propria vita futura, sia dal punto di vista professionale che da quello personale».
Si è piazzata inoltre – sempre limitatamente alle università non statali – al secondo posto per la mobilità internazionale (percentuale di crediti formativi ottenuti all’estero sul totale) e al terzo per efficacia (media dei crediti formativi ottenuti in un anno per iscritto): in entrambi i casi il punteggio della LIUC è superiore a quello delle prime in classifica delle statali su questi parametri.
E ancora, la LIUC si aggiudica il terzo posto per occupazione (tasso di studenti in cerca di lavoro ad un anno dal titolo).
Nella classifica generale dei 16 atenei non statali, la LIUC si è piazzata al sesto posto, mentre è risultata quarta nella classifica per la didattica e ottava in quella per la ricerca. «Proprio la posizione meno favorevole per la ricerca muove due considerazioni – osserva Giovanni Brugnoli, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, l’organizzazione che realizzò ventitre anni or sono la LIUC -. La prima è che queste classifiche vanno attentamente ponderate. I risultati, infatti, dipendono dai parametri che non sono omogenei, utilizzati di volta in volta dagli estensori. La seconda, strettamente connessa con la prima, è che la ricerca che viene svolta in LIUC è sempre ricerca applicata, non pura, rivolta immediatamente alle imprese, come nel caso dei centri di ricerca coinvolti in SmartUp, che si occupa delle nuove tecnologie 3D. E’, pertanto, una ricerca scarsamente assimilabile, anche per quanto concerne le fonti di finanziamento, a quella portata avanti generalmente nelle università».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Giugno 2014
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