Margherita Fratantonio: presidente di commissione all’Itis di Gallarate

La docente di italiano dell'istituto Geymonat vanta ormai una lunga tradizione agli esami di maturità. Che affronta sempre con grande entusiasmo

Margherita Fratantonio insegna italiano all’istituto Geymonat di Tradate. Non si "perde" un Esame di Stato dal 1976: come presidente o commissario,  da anni segue gli studenti nell’ultima fatica del percorso scolastico.
È stata nominata presidente di commissione all’istituto tecnico industriale di Gallarate. 

Cos’è per lei l’Esame di Stato?
È ancora un rito di passaggio. L’ultimo che segna l’ingresso nell’eta adulta. Non c’è più il servizio militare (per fortuna!) ed è quasi scomparso il desiderio di raggiungere il diritto di voto (purtroppo!). La maturità, invece, resiste con il suo forte carico emotivo.

Come si deve preparare lo studente?
La preparazione deve avvenire nel tempo e in maniera serena.  Sconsiglio vivamente di rimandare tutto ai giorni precedenti. Cosa importante, poi, non cercare di strafare per sorprendere la commissione: consiglierei allo studente di essere se stesso, tenendo alte le aspettative, ma senza esagerare. Per esempio, scegliere una tesina che sia nelle sue corde, che rappresenti davvero i suoi interessi. Anche se la  maturità è un passaggio importante, non va enfatizzato oltre il dovuto!

È severa?
A volte i ragazzi in classe non capiscono che stanno oltrepassando certi confini; sfidano l’autorità, mentre ne hanno sempre più bisogno. Per noi professori, è importante raggiungere l’autorevolezza, che è una continua ricerca perchè dipende sempre da chi hai di fronte. Io, però, di carattere sono tutto tranne che severa…e agli esami, come in classe, credo e spero di conciliare rigore e attenzione nei confronti di ogni studente.

Quali argomenti della sua materia predilige?
Tutta la storia e la letteratura del ‘900 e, sicuramente, l’opera di Montale.

Cosa non deve fare uno studente? E cosa lei non tollera?
Come dicevo, non cercare gli effetti speciali. Un’altra cosa: se gli si chiede un argomento a scelta, la risposta "Non so, faccia lei" crea una brutta impressione. I ragazzi devono avere un quadro d’insieme del programma, sapersi orientare e, nello stesso tempo, dimostrare di avere delle preferenze. Non tollero, infine, gli errori eclatanti, quelli che suscitano l’ilarità o lo stupore della commissione  e non mi piace la presentazione di un autore partendo dalla vita.

Quanto deve durare un colloquio orale?
Un’ora, compresa la valutazione e la discussione delle prove scritte

Un consiglio che vuole lasciare…
Studiate e confrontatevi con i compagni e con i docenti. Chiedete ai vostri insegnanti, che possono aiutarvi a superare dubbi e incertezze.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2014
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