Accordo (a metà) sul livello di Lago Maggiore e Ticino
L’accordo siglato in Regione porterà fino ad 1,25 metri sullo zero idrometrico il livello del lago permettendo di accumulare scorte di acqua. All’appello mancano però ancora 50 milioni di litri
Non è ancora il tempo di brindare dopo l’accordo che martedì 22 luglio ha siglato il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po ma la strada inizia a farsi meno ripida. Il livello del Lago Maggiore tornerà ad innalzarsi. Raggiungerà già dalle prossime ore la quota di 1,25 metri sullo zero idrometrico a Sesto Calende guadagnando così una scorta di 25 centimetri di preziosa acqua. Un innalzamento, dopo il caos nato attorno al ritorno in vigore di una legge del 1945, che consentirà di accumulare scorte idriche per un valore che supera i 50 milioni di litri. Ma per raggiungere i livelli prima di questa crisi istituzionale tra Italia e Svizzera e garantire appieno il deflusso minimo vitale del Ticino all’appello mancano altrettanti litri. Il livello fissato dalla sperimentazione che nel 2012 e 2013 ha salvato cittadini e campi dalla siccità che ha falcidiato tutta Italia è infatti 25 centimetri più in su, a quota 1,50 metri sullo 0.
E così se da un lato Coldiretti e Regione Lombardia esprimono la propria soddisfazione per questo risultato, dall’altro il Parco del Ticino continua a lanciare l’allarme. L’autorità di Bacino, infatti, ha disposto questo aumento ma solo fino al 15 settembre lasciando così per due mesi tutto il territorio esposto ad ulteriori rischi (il 15 novembre subentrano le regole invenali che fissano il livello a 1,50 metri, ndr). «Non ha alcun senso e motivazione il non accoglimento della nostra proposta di innalzamento a 1.50 da subito -spiega il vicepresidente del Parco, Luigi Duse- essendo dimostrata l’insussistenza degli stessi presupposti che hanno indotto alla decisione del Ministero del 16 giugno di portare all’1 idrometrico». Proprio per questo «riteniamo questa proposta migliorativa ma insufficiente» e quindi, spiega il suo presidente Gianpiero Beltrami, «sottoporremo a questione al Ministro dell’Ambiente che incontreremo il prossimo 29 luglio a Roma e continueremo a monitorare la situazione pronti ad intervenire qualora le soluzioni non fossero soddisfacenti».
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