“Fanfurla” compie 20 anni con una “mostriciattola”
Appuntamento venerdì 11 luglio nel cortile di via Pozzi nell'ambito de "I venerdì del villaggio" per festeggiare i 20 anni del burattino creato da Elis Ferracini
Venerdì 11 luglio alle h 21.00 nel cortile di Via Pozzi 3, nell’ambito della rassegna ‘I venerdì del Villaggio’ promossa dalla Cooperativa Sociale “Il Villaggio in Città", insieme allo spettacolo Fanfurla di AllegraBrigata-Sinetema, sarà possibile visitare la ‘mostriciattola’ "Fanfurla: 20 anni e non sentirli", in occasione del compleanno del personaggio creato da Elis e che da due decenni gira piazze, teatri, scuole d’Italia e non solo.
Elis è socio fondatore dell’Ass.ne Cult. L’AllegraBrigata-Sinetema ed è nato a Busto Arsizio nel 1966. Dall’inizio degli anni ‘90 si occupa di teatro di animazione e di burattini, proseguendo la tradizione consegnatagli dal padre, Rimes (premiato dai "Polesani nel Mondo" ed 2012 proprio per la sua attività culturale). Ha prodotto svariati spettacoli, alcuni dei quali gli sono valsi riconoscimenti a livello nazionale: il Premio ai Bravi Burattinai d’Italia, il Premio Nuove Mani, il Premio Benedetto Ravasio, il Premio Figure del Futuro, per citarne alcuni. Ha collaborato con Compagnie quali il Teatro del Buratto di Milano e Teatro Gioco Vita di Piacenza, mentre diverse sono state le apparizioni televisive (rete4, canale5, RaiSat ragazzi) ed una partecipazioni a “Corti”. Si occupa di formazione in ambito universitario, dove approfondisce i temi dell’animazione teatrale e del teatro d’animazione e scolastico, oltre che di “teatro e sociale”, nel cui ambito collabora con diverse realtà ed enti impegnati sul terreno del disagio psichico. Firma le regie degli spettacoli di AllegraBrigataSinetema, ai quali partecipa anche come attore, e cura le produzioni di altre compagnie nazionali. Direttore artistico di diverse rassegne teatrali, è membro della giuria del Premio ai Bravi Burattinai d’Italia a Silvano d’Orba, del quale organizza il percorso formativo Sipario d’Orba. Nella sua formazione artistica, oltre al padre Rimes, spiccano figure di rilievo quali Tinin Mantegazza, Gianluigi Gherzi e Walter Broggini. Ha frequenato la Scuola di Drammaterapia di Lecco, la Civica Scuola d’Animazione Pedagogica e Sociale di Milano, e la Scuola d’improvvisazione (LIIT). Da qualche anno sperimenta terreni comuni fra la scena e il judo.
Con Maurizio Mantani -Teatrino di Carta, Bologna- realizza nel 2013 lo spettacolo di burattini “Una storia d’Imelda”, avente a tema le questioni del fascismo e della lotta partigiana di Liberazione dell’Italia dalla dittatura. Lo spettacolo è diventato anche un ‘quaderno’ alla cui stesura hanno partecipato personalità quali Saverio Ferrari, il prof Raffaele Mantegazza, il regista Gigi Gherzi, il prof Livetti e molti altri.
Quasi laureando in Storia Contemporanea, è attualmente e ancora iscritto al DAMS di Torino…insomma uno "sfigato", come ebbe modo di dire ‘elegantemente’ il vice della Fornero.
In poche righe si provano a condensare anni di incontri, scontri, esperienze, partenze e ritorni. Ti dicono "Mi mandi il curriculum" e la prima cosa che ti viene in mente, quando il percorso è complesso quasi ‘irriducibile’, è dove mandarlo…intendo il curriculum. E allora ecco questa ‘mostriciattola’: alcuni frammenti concreti con cui provo a descrivere le attività: locandine che raccontano posti (alcuni fra tanti) fatti di persone e di cose che si fanno e si dicono, magliette di Compagnie e Festival e Rassegne come abiti di luoghi abitati, personaggi in gomma-piuma e stoffa e quanto altro possa diventare forma a servizio di una scena che si fa incontro e stimolo per percorsi di gioco e conoscenza (come per il centro estivo comunale bustese per l’infanzia al Collodi da qualche anno condotto dal Villaggio in Città e da me animato); i burattini e le baracche, legno tagliato e scolpito, sonoro e forte, ora testa ora ribalta, fatti della stessa sostanza…dei sogni, direbbe Shakespeare. E i Premi…che sono lì a raccontare dove "L’Allegra Brigata di Busto" è stata ed è stata riconosciuta…altri premi non si vedono.
Come quella volta che una donna non vedente, nella bella piazza di Grado, mi raggiunse a fine spettacolo col figlio dietro la baracca e volle toccare i personaggi del Fanfurla per associare voci ed emozioni e chissà che altro, alle forme…indicò al tatto ogni personaggio…l’essenziale è invisibile agli occhi.
Ed ecco che Fanfurla e i suoi amici di legno sono il tramite per incontri umani, come una buona bottiglia di vino fra amici attraverso cui raccontarsela, come un dono inatteso e desiderato.
Come tanti sono gli amici e le amiche umani che hanno frequentato e frequentano il Fanfurla…tanti nomi, ma fra tutti il nostro (mio e di Fanfurla) papà Rimes e mamma (di Enza, la mia compagna e prima vera alleata di questa avventura di teatro viaggiante) Carmela che da signora qual è fa sì che i burattini non girino nudi e così li veste per bene. Fanfurla, proprio come dice Rielke sul ‘verso’, non nasce per caso "per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose". Il burattino, una poesia di legno.
Vent’anni fa, durante il servizio civile in una ‘casa di riposo’ ho incontrato Fanfurla, ma si chiamavano Mario, Giovanni, Adelio, Erminia…quello strano, vecchio, da rottamare anche (e mai avrei immaginato di sentire questa parola vent’anni dopo), con tanto di nipote in agguato, l’ho visto, ne ho visto più d’uno…Fanfurla "vent’anni e non sentirli" perché l’è un po’ sturnu, e vede le cose come vuole (e spesso penso ‘beato lui che se lo può permettere’) …forse è questo che lo salva…oltre le apparenze a volte terribili ed insuperabili, lo scarto folle di Fanfurla vede altro e oltre, supera l’ostacolo…non bastona come altri suoi colleghi più illustri e storici: Gioppino, Fagliolino, Arlecchino, Pulcinella…Fanfurla non si rottama (e se non lo si fa con un burattino di legno e stoffa…). Fanfurla interpreta ciò che gli sta di fronte e lo risolve.
Buon compleanno Fanfurla…vent’anni e sei sempre tu, più o meno….e non ti dico "100 di questi giorni" perché tu li passerai agevolmente e come ha riso con te mia figlia, la signorina Emma così vorrei anche per nuovo arrivato Enea e così per le bambine e i bambini come da vent’anni a oggi e nei secoli dei secoli. Ma invece esclamo "viva il teatro! Dove tutto è finto, ma niente e falso" (G. Proietti)…come il tuo compleanno.
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