Indagato per corruzione il giudice Chionna
Avrebbe informato e consigliato i fratelli Sozzi, arrestati a maggio dalla procura di Busto per frode fiscale, ricettazione e corruzione di pubblici ufficiali. Avrebbe chiesto e ottenuto sponsorizzazioni per sè e per conoscenti
L’indagine sul giro di estorsioni nella zona tra Saronnese e Comasco, che ha portato anche all’arresto di due imprenditori operanti a Gorla Minore, ha fatto emergere un nuovo capitolo di questa vicenda che è ora al vaglio della Procura di Brescia. Il sostituto procuratore Fabio Salamone sta indagando per il reato di corruzione un giudice del tribunale di Busto Arsizio: si tratta del giudice per le indagini preliminari Alessandro Chionna (al centro nella foto). Il suo rapporto con i due imprenditori finiti in carcere è stato definito “allarmante” dai giudici del tribunale del Riesame di Milano, nelle motivazioni depositate nelle settimane scorse con le quali hanno respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Emanuele e Gianfranco Sozzi, i titolari dell’azienda Gisowatt di Gorla Minore, arrestati nel maggio scorso per ricettazione, frode fiscale e corruzione di pubblici ufficiali.
I due sono al centro di una più vasta inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Pasquale Addesso (nella foto a destra) e dai carabinieri di Saronno, che ha scoperchiato la rete criminale messa in piedi dalla famiglia di ‘ndrangheta De Marte-Tripepi che operava nella zona a cavallo tra il saronnese, il comasco e l’altomilanese che aveva interessi nel ramo delle carrozzerie e dei trasporti pesanti ma non solo. Proprio durante questa indagine Addesso e i suoi uomini si sono imbattuti in questa frequentazione non proprio chiara tra il giudice e i due industriali. Per ovvi motivi di competenza tutti gli atti relativi a questa parte della vicenda sono stati trasmessi alla Procura di Brescia e in particolare al sostituto Salamone che sta appurando quanto avvenuto.
I fratelli Sozzi, dunque, sembrerebbero utilizzare l’amicizia che avevano con il giudice per ottenere vantaggi propri. Ancora più evidente è la vicenda della frode fiscale che risale a febbraio di quest’anno quando Gianfranco Sozzi parla con una donna e dice: «Lele (Emanuele, ndr) ha scritto al Gip e siccome lì conosciamo tutti allora Emanuele gli parla e gli dice rigettate tutto – dice in riferimento alla richiesta di proroga delle indagini preliminari sulle loro attività – gli dice che non si produca niente, non c’è bisogno di prorogare un cazzo». L’altro episodio citato nell’ordinanza del Riesame risale a maggio del 2013 in cui Gianfranco chiede anche al fratello di andare a parlare direttamente con Chionna per allungare i tempi del processo, sempre relativamente alla frode fiscale: «se tu senti l’Alessandro…lunedì inizia il processo…digli che siccome lunedì c’è solo la consegna della lista testimoni e poi dovranno fissare i vari dibattimenti…ovviamente più in là fissano e meglio è…se li fissano fra tre anni faccio i salti di gioia». In questo caso Chionna è direttamente coinvolto nella vicenda ed Emanuele lo avrebbe incontrato subito dopo la richiesta del fratello riportando l’esito dell’incontro: «Ciao Franco, ho parlato stamattina, tutto a posto». Andrà male ai fratelli Sozzi perchè in udienza si presenterà il pm Addesso che, invece, farà richiesta per avere un calendario di udienze serratissime, sucitando l’ira dei due.TAG ARTICOLO
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