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Volontarie rapite in Siria, una è di Gavirate
Sono le fondatrici del progetto Horryaty. Greta Ramelli è originaria di Comerio di cui è stata anche presidente del consiglio comunale dei ragazzi. Ha frequentato il Rosetum di Besozzo
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Due volontarie italiane, Greta Ramelli (NELLA FOTO) 20 anni di Gavirate (Varese) e Vanessa Marzullo 21 anni di Brembate (Bergamo), sono state rapite alcuni giorni fa ad Aleppo, in Siria. Le due ragazze sono le fondatrici del progetto di assistenza medica Horryaty, erano al terzo viaggio in Siria e questa volta sono entrate nel paese il 28 luglio passando da Atma, uno dei più grandi campi profughi siriani.
L’AMICO: AVEVA BISOGNO DI MEDICINALI
Greta e Vanessa erano partita per la Siria lo scorso 22 luglio per arrivare via terra attraverso la Turchia nel paese flagellato dalla guerra civile per distribuire farmaci e aiuti. Dalla Siria le attiviste erano in contatto con i volontari dell’associazione attiva soprattutto a Milano. «L’ultimo contatto con Greta l’ho avuto lo scorso 31 luglio – dice Alessandro, un amico volontario di Greta – . Mi scrisse che si sarebbe fermata altre due settimane e che necessitavano di ulteriori aiuti: avevano bisogno di medicinali».
CHI E’ GRETA
Greta non era nuova ad esperienze di volontariato: a Gavirate fa parte del gruppo dei volontari del soccorso della Croce Rossa Italiana. Ha partecipato a diversi viaggi umanitari in Africa ed è già stata in Siria l’inverno scorso: qualche settimana fa aveva organizzato una serata a Travedona di Monate per raccontare l’esperienza siriana e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione.
Nel febbraio scorso si era recata a Comerio per una nuova iniziativa sul paese mediorientale, con i ragazzi della scuola. Greta era stata in passato la prima ragazzina sindaco del consiglio comunale dei ragazzi di Comerio.
Aveva frequentato il Rosetum di Besozzo, scuola alla quale era molto legata. In questo articolo redatto per la scuola raccontava la sua esperienza in Africa, nello Zambia, del 2011, mentre si accingeva a partire proprio per Calcutta.
GRETA IL 30 LUGLIO HA SCRITTO AGLI AMICI.
"SONO VICINA AD ALEPPO, RESTO IN SIRIA"
Una testimonianza importante per capire da quanti giorni Greta e Vanessa siano scomparse è quella degli amici con cui era in contratto via Facebook. «Il 30 luglio ha mandato un messaggio su facebook a una decina di amici – spiega un’amica di Greta – in realtà è la terza volta che si reca in Siria. Doveva stare solo una settimana, ma ci ha comunicato che aveva deciso di fermarsi ancora perché si sentiva più utile sul campo. A Varese e Milano organizzava incontri per la raccolta fondi, perchè è qui che ha fondato con la sua amica questa organizzazione. In questi mesi ha fatto un lavoro splendido. Ci chiedeva di comprare latte in polvere, materiale medico e altro. Rispetto alle modalità con cui operava, sappiamo che arrivava in Turchia portando i soldi della raccolta fondi e poi entrava da una frontiera di quel paese» (Il testo continua dopo la foto)
IL MESSAGGIO SU FACEBOOK, POI PIU’ NULLA
Un’amica di Travedona di Greta tuttavia ha ricevuto un messaggio dalla Siria solo pochi giorni fa. Le è arrivato via fecebook. Greta e Vanessa dunque erano ancora libere, almeno fino alla giornata del 2 agosto, quando gli amici della ragazza, e utenti del social network hanno notato l’ultimo collegamento della ragazza. Poi più nulla.
LA FAMIGLIA: RISERBO, SIAMO IN CONTATTO CON LA FARNESINA
I genitori di Greta Ramelli stanno seguendo con apprensione gli sviluppi dle rapimentio della figlia greta in Siria. «Non abbiamo nulla da dire in questo momento, della questione se ne sta occupando la Farnesina, quindi rivolgetevi direttamente al ministero per le informazioni. Siamo comunque fiduciosi nell’operato dei funzionari del ministero degli esteri».
Il 31 AGOSTO SCRISSE SU FB A UN’AMICA: GUARDAMI LA MAIL
Un’altra amica di Greta, Nicoletta, il 31 luglio alle 00 e 11 di notte ha ricevuto un messaggio su facebook: «Mi ha mandato un messaggio su fb, ma dormivo e non l’ho visto – racconta – mi chiedeva di poter entrare nella sua mail, perchè aveva delle cose importanti da vedere. La mattina dopo le ho scritto su whatsapp, ma non mi ha più risposto. Le avevo chiesto il codice di accesso perchè io non l’avevo. Nel messaggio mi aveva anche chiesto se la Pegasus, una compagnia area, rimborsava i biglietti del volo, perchè da quello che sapevamo noi amici, lei doveva rientrare prima ma aveva deciso di rimanere più tempo in Siria. Il primo agosto però era ancora attivo il suo profilo».
IL RACCONTO DEL VOLONTARIO CHE HA FONDATO CON LORO IL PROGETTO HORYATY
«Non sentivo Vanessa e Greta da qualche giorno" ha detto Roberto Andervill, terzo responsabile del progetto Horryaty. Andervill ha detto anche che le due giovani erano arrivate nel Paese lo scorso 28 luglio. Non era la prima volta che Greta e Vanessa si recavano in Siria. Nel marzo 2014 il loro primo viaggio, raccontato sul profilo Facebook del progetto. Un sopralluogo svolto insieme a Andervill, presidente di Ipsia, la Ong delle Acli Varese.
IL MESSAGGIO SU FACEBOOK DELL’AMICO VOLONTARIO
«Atterrati in Turchia – si legge sul social network -, siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c’è stata la possibilità di rilevare le principali problematiche nell’ambito dell’assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza».
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