Sarà l’Esercito a coltivare la marijuana per uso terapeutico
Molte Regioni consentono già ora la cura coi cannabinoidi. Ma da oggi sarà lo Stato a produrre il principio attivo. Motivo: abbassare i prezzi
Via libera alla coltivazione della cannabis ad uso terapeutico: la notizia arriva dal quotidiano la Stampa ed è stata confermata da fonti ufficiali.
La canapa verrà coltivata dallo stabilimento chimico militare di Firenze che ha deciso di estendere oggi la sua attività di produzione, prima esclusivamente dedicata ai medicamenti per il mondo militare, anche al settore civile. Le coltivazioni gestite dallo Stato – se ne occuperà l’Esercito – consentiranno di controllare i prodotti e abbassare i prezzi dei medicinali. Sono state infatti poche le persone, a causa dell’elevato costo, ad avere la possibilità di accesso tramite l’Asl ai farmaci cannabinoidi in grado di curare patologie come sclerosi multipla, sla, glaucoma e di alleviare il dolore nei pazienti oncologici o affetti da HIV. Il sì è arrivato oggi dai ministri Lorenzin e Pinotti, rispettivamente della Salute e della Difesa, che auspicano l’uso esclusivo della marijuana come farmaco senza metterne in dubbio gli effetti benefici.
Il tema della coltivazione per uso terapeutico di quella che rappresenta a tutti gli effetti una droga leggera, è stato al centro di un ampio dibattito che arriva dopo le notizie riguardanti la decisione di alcuni stati di mettere in vendita la sostanza.
Il primo al mondo ad avviare un politica “cannabis-friendly” è stato l’Uruguay, concedendo ai consumatori di comprare 10 grammi alla settimana in farmacia e di coltivarla anche a casa fino ad un massimo di sei piante. Ma non rimangano illusi gli italiani che sperano in una liberalizzazione delle droghe leggere. È stato soltanto dopo l’avvenuta conferma che questo non accadrà che è stato raggiunto l’accordo. E l’ufficializzazione arriverà entro settembre. Intanto l’Italia è già entrata nella lista europea di paesi più aperti verso le droghe, non al pari di Spagna e Olanda considerate i Paesi più liberali dell’Unione Europea.
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