Scoppia il caso dei menù diversificati a scuola

Il bando della refezione scolastica prevede l'ipotesi di "pasto alternativo a prezzo ridotto". Si rischia disparità di trattamento per i bambini? L'amministrazione corre ai ripari: «Mai pensato a due menù diversi allo stesso tavolo»

Una doppia a scelta per il pranzo dei bambini a scuola: un menù completo o uno ridotto ,ma con un prezzo più basso. A distinguere i due menù, ovviamente, c’è il costo, più o meno accessibile: la proposta – seppur come ipotesi – è contenuta nel bando per la refezione scolastica a Gallarate, una ipotesi che certo non ci si aspetterebbe da una amministrazione di centrosinistra. «Molte famiglie fanno fatica a pagare le rette» dice l’assessore all’istruzione Sebastiano Nicosia. Di qui l’ipotesi di un menù – «rispettoso dei valori nutrizionali» – «a un costo minore» per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Nel bando è indicato esplicitamente come "proposta di un progetto finalizzato all’adozione di misure anticrisi", con la richiesta di "predisposizione di un’ipotesi progettuale che preveda un pasto alternativo semplificato a prezzo ridotto". L’assessore Nicosia mette le mani avanti: «Siamo ancora in una fase assolutamente esplorativa, in un bando predisposto dal funzionario».

L’idea di una doppia alternativa nella scuola non può che far storcere il naso, anche se le motivazioni sono ricondotte a una risposta "anticrisi": a Gallarate si rischierebbe di creare disparità, che certo sarebbero ben evidenti anche agli occhi dei bambini, che si ritroverebbero magari senza secondo o senza dolce a differenza dei compagni di classe. Un po’ la situazione che si teme là dove i sindaci di centrodestra (tra i primi casi quello di Somma Lombardo, tra i più recenti quello di Uboldo) propongono di tanto in tanto di lasciare fuori dalla mensa i bambini le cui famiglie avevano arretrati consistenti nel pagamento della refezione. Emersa la notizia, nelle file della maggioranza di centrosinistra la reazione all’idea del "doppio menù" è stata tutt’altro che positiva: che sia stato un passaggio "tecnico" poco accorto o una precisa scelta, la mossa non pare proprio limpida. Così l’assessore Nicosia oggi cerca di chiarire: «Mai si è pensato che due bambini seduti l’uno accanto all’altro avessero un piatto diverso sulla tavola». In che senso? Secondo l’assessore la formula nel bando – «una sintesi che non dà l’idea di quel che si voleva fare» – darebbe la possibilità di variare di giorno in giorno la tipologia e il costo del menù, «ma nel singolo giorno i bambini mangerebbero tutti lo stesso piatto». Allora non basterebbe ridurre le porzioni, per ridurre il costo complessivo? «Ci sono tanti elementi da considerare, per esempio l’età dei bambini, a volte ci sono grandi sprechi». Tanti elementi, che sarà meglio approfondire, per questo oggi Nicosia apre al confronto: «convocheremo tutte le commissioni interessate al bando, poi faremo il punto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2014
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