“È un’occasione senza precedenti per ripensare la Scuola”

Il direttore dell'Ufficio scolastico Claudio Merletti invita la studentessa Cassandra e tutti gli operatori ad avviare riflessioni e dibattiti per cambiare il mondo dell'istruzione, senza farsi fermare dallo sbadiglio conservatore

Caro Direttore,
vorrei attraverso VN, proporre  quattro cose a Cassandra (e per conoscenza alla scuola e al territorio), la studentessa cui è stato impedito di intervenire nel recente incontro tradatese su La Buona scuola.

Gentile Cassandra,
anzitutto mi scuso con te e con i tuoi compagni dello Scientifico, del Classico e dell’Artistico di Varese, per la mancata accoglienza al recente incontro di Tradate su La Buona Scuola’ da me organizzato, su imput del Miur. 
E’ stata una sciocchezza, non tanto formale (di sicuro chi non vi ha accolto l’ha fatto in buona fede, pensando di non ‘turbare’ i lavori, in effetti finalizzati ad un primo contatto sul tema tra centro ministeriale e mondo della scuola locale, a partire dai dirigenti), ma soprattutto sostanziale, in quanto  ‘la Buona Scuola’ è di e per gli studenti, o non è (cosa che evidentemente non ho saputo chiarire per tempo meritandomi così quella parola, ‘delusione’, che non vorremmo mai sentirci scoccare dai nostri figli e dai nostri studenti). 

Provo a recuperare, cercando cioè di non disperdere l’interesse e la voglia di partecipare tuoi e dei tuoi compagni: se volete, naturalmente, e senza strizzatine d’occhio, ma tra persone ed età, funzioni e responsabilità diverse, che però sanno parlare ascoltandosi per operare di conseguenza.

1) Volentieri in ‘provveditorato’ a Varese offrirei un caffè a te e ai tuoi compagni (fuori orario lezioni), per conoscervi di persona (oltre il velo cassandrico), per aggiornarvi su quanto abbiamo fatto a Tradate e poi per vedere cosa fare per ‘la Buona Scuola’, nel rispetto di ogni opinione, ma con la consapevolezza di un’occasione senza precedenti di ripensamento della questione scolastica: a larghissima condivisione (di persone, componenti, cittadini), con idoneo impiego di mezzi (materiali, istituzionali e digitali), nei suoi meccanismi più profondamente e lungamente bloccati e da rivedere.

2) In ogni scuola ‘la Buona scuola’ può e deve essere oggetto di confronti, apporti, ripensamenti fattivi anche in forme nuove, contestuali e immediati. Tu e i tuoi compagni potete muovervi con gli altri studenti, i dirigenti e i docenti della vostra scuola, in tutti gli organi collegiali; a livello territoriale potete raccordarvi con la Consulta provinciale degli studenti. Intanto potete collegarvi con il sito specificamente dedicato dalMiur a ‘La Buona Scuola’ per l’interazione on line (ma non è che l’inizio). Potete, anche, farmi sapere (sui siti istituzionali trovate la mail necessarie).

3) Questo stesso spazio di VareseNews può essere, in questo raccolgo il lancio del Direttore Giovannelli, un luogo di ampio confronto tra tutti quelli che credono che, nelle teste e nei fatti, la scuola pubblicava davvero va ripensata e cambiata, come solo in parte sta avvenendo, mentre tutto poderosamente è già cambiato e cambia.

4) Ho letto il giudizio che giudico  ingeneroso su voi studenti, hai ragione, e quelli in  parte precipitosi sull’iniziativa di Tradate e su La Buona Scuola. 

Credo che l’esempio tuo e dei  tuoi amici che avete preso armi e bagagli e siete venuti a Tradate e il tuo richiamo a non deludervi, siano una bella lezione per noi adulti, giovani e vecchi, attori interni ed esterni di tante stagioni e vicende della e per la scuola pubblica, per non annegarci nel grande sbadiglio conservatore, che già sa, già ha capito, già ha smascherato ogni trucco e rito (‘non c’è la carta igienica!’: quando è sinonimo di bandiera bianca, resa incondizionata al presente immutabile). 

Ma così non è la scuola reale, ne parlerei volentieri  con te. 

Intanto, proporrò ai relatori di Tradate di esporre anche qui la prima batteria di riflessioni, proposte e scambi che l’istruzione pubblica delle due provincie ha solo avviato sui diversi temi de ‘La Buona Scuola’, con un obiettivo dichiarato e condiviso: di essere da subito laboratorio territoriale (e perciò di verifica, di valorizzazione delle esperienze dei nostri docenti e studenti, di condizionamento progettuale anche)  di ‘incarnazione’, consapevole e originale de ‘La Buona Scuola’. 

Il Miur ci ha dato un primo sì. 

Cassandra, mi sa che ora tocca a noi

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Ottobre 2014
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