La carriera degli insegnanti: cosa cambia?

Basta agli scatti per anzianità. In futuro nuove regole che premiano la voglia di mettersi in gioco e migliorare la scuola. La professione è profondamente cambiata ma la preparazione non assicura tutte le competenze

I docenti insegnano ai ragazzi a mettersi in gioco. Dunque loro, per primi, devono dare il buon esempio.

È sul concetto di miglioramento, formazione continua, innovamento personale che il rapporto della Buona Scuola punta per indicare il futuro della carriera di un professore.
Basta con la cristallizzazione di ruoli e funzioni, basta con l’avanzamento per anzianità: dal prossimo anno, chi vuole fare carriera deve mettersi in gioco. 



La riforma pone l’accento sulla valorizzazione della professionalità , partendo, però, dal presupposto che nulla è dato per scontato. Più riconoscimenti e merito ma solo per chi dimostrerà passione e curiosità, darà stimoli e più valore alla quotidianità. 

Fare il docente oggi è completamente diverso da un tempo:  oggi le classi sono multiculturali, ci sono ragazzi con bisogni speciali, esistono tecnologie di supporto alla didattica, si deve coinvolgere la famiglia. Devono insegnare un sapere codificato ma anche  modi di pensare differenti e capacità di affrontare le difficoltà. Sono tutti temi che  rientrano nel percorso formativo di studio che ha portato alla professione. Sono competenze, dunque, che vanno acquisite in un sistema professionale.  Si deve chiarire con grande lucidità cosa ci aspettiamo dal corpo docente in termini di competenze, approcci didattici e pedagogici per definire un modello standard che valga in ogni parte del territorio. 
Per poter rimanere al passo con il mondo del lavoro, i docenti devono poter rimanere aggiornati costantemente: i metodi in essere attualmente non sono efficaci e sono considerati intralci burocratici. Bisogna rendere prioritario il miglioramento della qualità dell’insegnamento con il lavoro in aula.  

 

Vengono, quindi, messi sul piatto crediti formativi annuali da acquisire in corsi che pongono al centro la formazione esperienziale tra colleghi. Al centro della nuova formazione ci sarà il docente ma saranno anche valorizzate le associazioni professionali di docenti, le reti di scuole e gli innovatori naturali, figure specializzate sulla formazione. Particolare attenzione alla formazione digitale per una didattica integrata.

Nuova motivazione, maggior impegno hanno bisogno di trovare modelli adeguati di valorizzazione che facciano leva sulla voglia di migliorarsi e migliorare la scuola. 
Il nuovo modello si baserà su un nuovo status giuridico dei docenti che consenta incentivi basati sulla qualità della didattica, la formazione personale e della scuola. 

La funzione docente oggi si fonda sull’autonomia culturale e professionale si esplica in un’attività individuale, sull’attività collegiale e di aggiornamento.

I docenti, senza aumentare l’impegno orario, metteranno a disposizione, in una banca ore utile alla scuola,  le ore guadagnate nelle giornate di sospensione della didattica. Le attività svolte per il miglioramento della propria didattica e della scuola varranno come crediti formativi. Tali crediti sono poi inseriti in un curriculum personale e in un registro pubblico consultabile dai dirigenti che così potranno scegliere , nel rispetto della continuità didattica, le migliori professionalità. 

Col nuovo sistema, gli scatti di competenza ci saranno ogni 3 anni. Ad ogni docente sarà riconosciuto uno stipendio base che potrà essere integrato nel corso degli anni in due modi, complementari: il primo strutturale e stabile grazie agli scatti di competenza e uno variabile per ore e attività aggiuntive. Ogni tre anni, il 66% dei docenti avrà diritto a uno scatto di retribuzione. Il valore dello scatto sarà sempre lo stesso ( alle superiori lo scatto sarà di 60 euro). Il primo scatto sarà attribuito alle fine del 2018. Le risorse saranno le stesse previste per gli scatti di anzianità ma distribuite in modo differente.

Il meccanismo premiante sarà  individuato in ciascuna scuola per evitare che i docenti vogliano migrare in realtà dove si adotti un metodo di giudizio più favorevole. Così gli insegnanti saranno incentivati a rimanere nella stessa scuola per almeno un triennio e a ricoprire differenti ruoli.

Come giudicate questo modello? Il dibattito è ancora in pieno svolgimento. Potete dire la vostra partecipando al sondaggio dopo esservi registrati 
oppure mandando un commento rapido

proponendo tesi e idee nelle diverse staze di discussione. In particolare segnaliamo questa: 
https://www.labuonascuola.gov.it/costruiamo-insieme/formazione-dei-docenti/

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2014
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