Omicidio Prati, gli spari causarono la morte della sindaca
Anche il perito nominato dal Giudice per l'udienza preliminare conferma la relazione tra gli spari della pistola di Pegoraro e la morte per aneurisma cerebrale di Laura Prati, avvenuta 20 giorni dopo l'agguato
Anche il professor Massimo Cristina, il perito nominato dal giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio di Giuseppe Pegoraro, mette in relazione gli spari con la morte di Laura Prati, la sindaca di Cardano al Campo vittima dell’agguato armato di Giuseppe Pegoraro la mattina del 2 luglio quando si presentò nel municipio e ferì con diversi colpi di arma da fuoco sia lei che il suo vice Costantino Iametti. Come aveva già ipotizzato in precedenza il medico legale Maria Luisa Pennuto, che aveva eseguito l’esame autoptico, e il consulente di parte del sostituto procuratore Nadia Calcaterra, dunque, non è possibile scindere l’evento morte, sopraggiunto il 22 luglio, e quei colpi di pistola che la ferirono gravemente.
Il dottor Cristina spiega nella perizia che la Prati cadde a terra battendo la testa nel tentativo di ripararsi dalla furia di Pegoraro e quel colpo le provocò la rottura dell’arteria che ha causato l’aneurisma cerebrale. La morte sopraggiunse dopo un periodo così lungo solo perchè la pressione sanguigna venne tenuta più bassa dai medici in maniera artificiale ma non appena le sue condizioni si stabilizzarono e venne riportata ad una pressione normale, perchè valutata fuori pericolo, l’aneurisma si verificò riaggravando il quadro clinico in maniera irreversibile. Un altro punto a favore dell’accusa che aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario, oltre al tentato omicidio di Iametti e di due agenti intervenuti quel giorno. La difesa di Pegoraro ha già ottenuto il rito abbreviato che potrebbe permettere all’imputato di ottenere uno sconto di pena fino ad un terzo. Il 21 ottobre la vicenda tornerà in aula per la definizione del capo di imputazione alla luce delle perizie richiese dal giudice.
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