Via Ambrosetti, in bilico Cannella. E il Varese avrà un nuovo direttore sportivo
Il presidente Laurenza e il segretario generale D'Aniello sono intervenuti per spiegare le decisioni della società biancorossa e per ricostruire la rissa di Bologna tra i due dirigenti dell'area tecnica
Nicola Laurenza, il presidente del Varese, ci aveva abituato a solari camicie bianche. E forse non è un caso che in uno dei momenti più difficili da quando è a capo del club calcistico cittadino si presenti davanti alla stampa in un quasi inedito completo scuro come l’umore di questi giorni: accanto al direttore generale Giuseppe D’Aniello, Laurenza deve comunicare le decisioni prese in seguito a una vera e propria zuffa che ha interessato due dei suoi massimi dirigenti al termine della partita con il Bologna di sabato scorso. Il fatto ormai è noto (QUI l’articolo di lunedì sera) come è nota la prima conseguenza: l’esonero del direttore sportivo Lele Ambrosetti.
VERDETTO 1: AMBROSETTI OUT – A decretare l’uscita di scena dell’ex calciatore, arrivato dopo l’addio a Mauro Milanese durante la passata stagione, non è stata soltanto la rissa del Dall’Ara di cui parleremo in seguito, quanto il comportamento tenuto lunedì: Ambrosetti infatti, a “giuria riunita” (inteso come il board del Varese chiamato a decidere i provvedimenti) ha dato la sua versione dei fatti alla stampa nazionale e di fatto si è messo in fuorigioco da solo. «Chi antepone gli interessi personali a quelli del club, è fuori: questo riguarda tutti i componenti della società a partire da me stesso» ha sottolineato Laurenza che poi è tornato sul concetto in diverse occasioni nel corso della conferenza stampa straordinaria convocata per le 19 di questa sera (martedì).
VERDETTO 2: CANNELLA IN BILICO – Se la decisione su Ambrosetti è presa e ratificata, quella su Giuseppe Cannella, responsabile dell’area tecnica del Varese è tuttora congelata. Il motivo è presto detto: il dirigente campano era (autorizzato) nella sua casa di Nocera e solo in giornata è tornato a Varese. Con lui è previsto un incontro in serata nel quale gli verrà ipotizzato un ricollocamento all’interno della società. Un ruolo non a contatto con la squadra (smentite quindi le voci che lo volevano “promosso” a direttore sportivo: in questo momento sarebbe stata la mossa meno opportuna) ma sempre all’interno dei ranghi del Varese. Consulente esterno per il mercato? Osservatore speciale? Laurenza e D’Aniello non lo dicono, mentre è tutto da vedere che Cannella accetti un incarico diverso da quello ricoperto ora.
LA RISSA – Prima di comunicare quanto sopra, è toccato al “testimone oculare” Giuseppe D’Aniello raccontare il fattaccio di Bologna. «Tutto è iniziato nel tunnel tra gli spogliatoi e il parcheggio del pullman al Dall’Ara – spiega il dirigente biancorosso – dove tra Cannella e Ambrosetti c’è stato un diverbio (la parola usata è chiarimento ma non pare quella più adatta ndr) abbastanza acceso su discorsi tecnici e calcistici; erano presenti il dottor Marco Marano e Max Vaccalluzzo e qui non è avvenuto alcun contatto fisico. Cannella quindi mi ha raggiunto negli spogliatoi e mi ha riferito l’episodio; io allora l’ho accompagnato all’auto nei pressi del pullman dal quale Ambrosetti è sceso e si è avvicinato per affrontarlo, togliendosi anche l’orologio nell’atto di prepararsi a un’aggressione. A quel punto tra le parti è scattata una colluttazione (dai discorsi Cannella dovrebbe aver reagito alla provocazione e avrebbe colpito Ambrosetti con un testata; D’Aniello non entra nei particolari dello scontro ndr) al che io e il dottore siamo intervenuti per dividerli immediatamente. Vista la gravità dell’accaduto – con me a Bologna c’erano anche Lo Nero, Vitella e lo stesso Vaccalluzzo – abbiamo fermato Laurenza in autostrada e abbiamo subito sospeso e multato entrambi, decisione che ho comunicato loro domenica. Da parte nostra c’era la volontà di affrontare il caso tra ieri e oggi (lunedì e martedì) ma le dichiarazioni di Ambrosetti sono state fuorvianti e lesive della reputazione del club. Per questo è arrivato l’esonero».
DUE GALLI IN UN POLLAIO – La domanda che in molti si fanno da tempo è semplice: perché affiancare Cannella ad Ambrosetti con ruoli molto simili? D’Aniello e Laurenza di fatto la anticipano e rispondono così: «C’erano incompatibilità, è vero, ma per noi erano due persone importanti: Ambrosetti rappresentava la varesinità, la voglia di fare ed era tra gli artefici della salvezza nei playout; Cannella poteva essere complementare per la sua esperienza e durante il calciomercato ha ottenuto risultati ottimi sia in entrata (Capezzi) sia in uscita (Laverone, Damonte) sia nelle trattative legate alle parti economiche» sottolinea D’Aniello. Laurenza conferma e, anzi, aggiunge un particolare importante: «Per l’azienda era vitale che i due collaborassero perché hanno qualità e virtù utili al nostro progetto. L’egoismo e le velleità personali però hanno fatto sì che questo non sia avvenuto. Dire chi ha più colpe oggi, dopo il fatto di Bologna, non mi interessa; Ambrosetti però ha sempre avuto poca volontà a lavorare con Cannella il quale più volte ha cercato di tendergli la mano senza ottenere risposte». Un’ultima frase che rafforza la decisione presa sul d. s. esonerato e spiega perché il Varese proporrà comunque a Cannella una mansione in società. Che poi lui accetti, al momento, è tutt’altro che scontato.
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