Abusivismo, contraffazione e falsa beneficenza, i tre nemici del commercio

Confcommercio della provincia di Varese nella giornata della legalità riunisce gli stati generali. Il commercio illegale in Italia fattura 6 miliardi di euro. Un'indagine rivela che dal 2008 la percezione di sicurezza dei commercianti è peggiorata

È il centimetro a fare il metro, soprattutto se si parla di legalità, perché tanti piccoli fenomeni illegali, sommati tra loro, possono mettere in crisi anche il più solido dei sistemi. I dati diffusi nella giornata di mobilitazione nazionale indetta da Confcommercio sul tema della legalità dimostrano che il limite è stato superato da tempo. Venditori abusivi, contraffazione diffusa e tollerata, concorrenza sleale da parte di associazioni e fondazioni che dicono di fare beneficenza con la vendita di prodotti di vario genere, a cui si aggiungono le tante forme di ristorazione da “strada” legate a eventi che nulla hanno a che fare con le tradizioni del territorio e con la fatturazione.
Il lungo elenco fatto da Confcommercio è nulla al confronto delle cifre generate da contraffazione e abusivismo in Italia che sfiora ormai i 6 miliardi di euro e occupa 105 mila addetti (Fonte Mise). Dati che proiettano il Belpaese al primo posto in Europa nel consumo di prodotti contraffatti e al terzo posto nel mondo per la produzione.
Inoltre, secondo un’indagine fatta da Confcommercio-Gfk Eurisko la percezione circa i livelli di sicurezza dei commercianti in Lombardia, dall’inizio della crisi, è peggiorata sensibilmente per quanto riguarda le voci principali:  furti (72%), contraffazione (53%) e abusivismo (55%). Più contenuto invece è l’impatto del racket dell’usura (28%) e dell’estorsione (21%), fenomeni più diffusi nel sud Italia.
Secondo Giorgio Angelucci, presidente di Uniascom, non c’è però solo un problema di fatturati sottratti ai negozianti onesti, ma anche un discorso più generale che riguarda l’intera società: «Le centinaia di migliaia di imprese sparse sul territorio italiano oltre a offrire indispensabili servizi garantiscono un presidio di sicurezza e legalità».
I dati dell’indagine non tratteggiano un’emergenza, quanto piuttosto una situazione strutturale che richiede un nuovo patto sociale tra amministratori comunali, consumatori e commercianti. Le forme di illegalità nel commercio sono numerose, ma colpisce quella denunciata da Aurelio Personeni, dell’Ascom di Luino, per la sua potenziale pericolosità legata alla salute pubblica. «Accade spesso nel nord della provincia che pseudoallevatori macellino e commercino carni al di fuori di ogni regola e di qualsiasi controllo. Queste persone vanno denunciate prima all’autorità sanitaria e poi alla guardia di finanza».
Per quanto riguarda i venditori abusivi a Gallarate, Delio Riganti, presidente di Ascom, ha chiesto l’intervento del Comune e della polizia locale, anche se un primo punto chiarificatore dovrebbe essere l’adozione di un regolamento per i venditori itineranti che specifichi date, orari e luoghi.

Molto più complicato è invece vietare l’ingresso ai venditori abusivi negli esercizi pubblici. «Proprio perché sono pubblici – spiega la presidente di Fipe Confcommercio Antonella Zambelli – non si puo’ vietare a nessuno di entrare, al massimo si puo’ invitare ad uscire. Bisognerebbe agire sui consumatori in termini sanzionatori perché dare soldi a chi vende fiori o altri prodotti per strada alimenta il mercato criminale». Sui recenti furti in centro Varese, Zambelli distingue nettamente: «Il colpo da Gucci va inserito nei fenomeni di contraffazione perché è probabile che quei capi andranno subito in vendita sul mercato illegale. Il furto alla panetteria è invece il classico reato commesso da qualcuno che aveva fame».
Le feste natalizie si avvicinano e per molti commercianti è necessario mandare un messaggio di fiducia e speranza. La Confcommercio di Saronno ha chiesto ai negozianti con locali non affittati di darli in uso, dal 6 dicembre fino al 6 gennaio, ad associazioni e comunità rappresentative del territorio. «È un esperimento che riguarda una quarantina di vetrine – dice il presidente Antonio Renoldi – e si riallaccia al discorso del ruolo di “sentinelle” svolto dai negozianti. Durante le feste natalizie vedere luci accese con la presenza di persone che fanno parte della comunità è un messaggio che dà fiducia in un momento non proprio felice».
La percezione di sicurezza dei commercianti, come si diceva, è peggiorata e in un periodo di risorse scarse diventa anche difficile rinnovare i sistemi di sorveglianza di negozi e vetrine. «La Confcommercio di Varese – conclude Sergio Bellani, segretario generale di Uniascom – ha aderito al bando della Regione Lombardia che ha stanziato 2 milioni e 400 mila euro per il collegamento dei sistemi di allarme alla questura».


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Pubblicato il 26 Novembre 2014
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