Industria metalmeccanica: meglio le aspettative che la produzione

Rallenta anche l’export, ma migliorano le aspettative per gli ultimi mesi dell’anno. Univa: «Fondamentale sostenere le imprese sui mercati esteri. Il patrimonio siderurgico è il nostro petrolio»

Il peggioramento congiunturale registrato nel periodo estivo, il calo dell’export, il miglioramento sul fronte del ricorso alla cassa integrazione ordinaria, le migliori aspettative per un fine 2014 in ripresa. È questa la situazione dell’industria metalmeccanica varesina, il settore più importante in termini di numeri e consistenza all’interno del sistema manifatturiero locale. In provincia si contano, infatti, 3.501 unità produttive per un totale di 45.689 addetti. Di questi il 63% (28.720) sono impiegati in imprese rappresentate dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese attraverso i Gruppi merceologici “Meccaniche” e “Siderurgiche Metallurgiche e Fonderie”.
Ad aiutare a fare il punto della situazione nel Varesotto di questo spaccato produttivo, nel giorno in cui esce l’analisi congiunturale nazionale di Federmeccanica (disponibile in allegato), sono i numeri elaborati da alcuni analisi dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriali.

ANDAMENTO PRODUZIONE E PREVISIONI
A livello produttivo nel settore metalmeccanico locale è stato registrato nel terzo trimestre un peggioramento congiunturale. Rispetto ai tre mesi precedenti, infatti, il 62% delle imprese intervistate ha segnalato un calo nei livelli produttivi, il 31% una loro stabilizzazione e solo il 7% un miglioramento. Il grado di utilizzo medio degli impianti è stato dell’85%.
Una situazione che dovrebbe migliorare sul finire d’anno. Le aspettative a breve, pur rimanendo altamente volatili, sono positive: la maggior parte delle imprese analizzate (67%) prevede per il trimestre in corso, l’ultimo del 2014, un incremento nella produzione, il 19% una situazione in linea con l’attuale e il 14% un peggioramento.
A trainare il maggior ottimismo delle imprese per la fine d’anno è la consistenza del portafoglio ordini all’interno del settore che è cresciuta durante il terzo trimestre. Per i mesi andati da luglio a settembre, infatti, il 68% delle imprese intervistate ha dichiarato ordini superiori rispetto al trimestre precedente, il 20% stabili e il 12% in contrazione.

ANDAMENTO CASSA INTEGRAZIONE
Per quanto riguarda il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria il settore metalmeccanico varesino ha registrato a settembre (ultimo dato disponibile) 337.980 ore autorizzate, un dato in calo del 7,6% rispetto al mese di agosto e del 68,2% rispetto a settembre 2013. La diminuzione dell’utilizzo da parte delle imprese di questo ammortizzatore sociale è confermato anche dal dato aggregato dei mesi andati da gennaio a settembre. Nei primi 9 mesi del 2014 le ore di Cigo registrate sono state 5.085.846, il 33,2% in meno rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2013.
A questo trend fa da contraltare, però, il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria che è passata dalle 4,3 milioni di ore del periodo gennaio-settembre 2013, alle 6,5 milioni di ore dei primi nove mesi del 2014. Con un incremento, dunque, del 51,1%.

COMMERCIO ESTERO
Sul fronte dell’export i dati sono riferiti al primo semestre 2014. Periodo durante il quale il settore metalmeccanico varesino ha registrato una contrazione delle vendite sui mercati esteri del 2,3%, a fronte di una crescita delle importazioni del 7,4%. Con le esportazioni assestatesi a 3 miliardi di euro e le importazioni arrivate al valore di 1,3 miliardi, la bilancia commerciale del settore rimane comunque positiva: +1,7 miliardi. La riduzione dell’export è stata maggiormente concentrata nei primi tre mesi dell’anno (-3,8% la variazione in questo periodo rispetto al primo trimestre 2013), ma il trend negativo è proseguito anche nei tre mesi successivi, sebbene con minor intensità (-1% la variazione tra il secondo trimestre 2014 e l’analogo periodo del 2013).
Il risultato in termini di export al termine di giugno è differenziato in base ai comparti e si evidenzia una maggior sofferenza nelle produzioni business to business non direttamente destinate al consumo finale. Performano bene, invece, le imprese del comparto delle apparecchiature elettriche e degli elettrodomestici (+11,9%); in contrazione, invece, le esportazioni di macchinari (-1,9%), della metallurgia (-10,2%) e aerospaziali (-7,3%). Le importazioni sono in crescita in quasi tutti i comparti metalmeccanici.

DICHIARAZIONI
«Quando si parla di Made in Italy – commenta i dati il Presidente del Gruppo merceologico “Meccaniche” dell’Unione Industriali varesina, Giovanni Berutti – si pensa sempre ai settori più famosi nell’immaginario collettivo della moda, dell’alimentare dell’arredamento. Eppure gran parte dell’export italiano fa, invece, capo alle imprese metalmeccaniche. Solo a Varese il 61% delle esportazioni locali è rappresentato dalle nostre imprese. Questo non per fare una sterile competizione tra colleghi per chi conta di più nelle vendite all’estero, ma per sottolineare come quando si parla di difesa del made in Italy occorre tener ben presenti i numeri e i pesi delle componenti della nostra industria per un’azione incisiva di sostegno della produzione italiana sui mercati mondiali. Di fronte allo stallo del mercato interno e per imprese come quelle dei nostri comparti che ormai esportano mediamente più del 70% del proprio fatturato, tra i progetti del governo inseriti nella Legge di Stabilità quello della promozione all’estero dei prodotti italiani è sicuramente il più importante e che va spinto con più convinzione anche in fase di attuazione, oltre che di approvazione e di sostegno economico».

«Se arretra il comparto metalmeccanico e metallurgico – è il commento del presidente del Gruppo merceologico “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie”, Dario Gioria – arretra tutta l’industria italiana. Ci sono comparti più strategici di altri, uno di questi è il nostro. Se l’Italia è ancora oggi la seconda potenza manifatturiera europea lo si deve anche alla forte presenza siderurgica. Un valore da difendere con i denti su ogni tavolo aperto che coinvolge realtà fondamentali della nostra industria. Inutile negarlo, gran parte del nostro futuro e della capacità del sistema produttivo di creare benessere diffuso dipende dall’intelligenza e dalla lungimiranza con cui si chiuderanno questi confronti, a cui guardano con apprensione anche le imprese varesine, e non solo quelle delle attività metallurgiche. Per l’Italia perdere la siderurgia sarebbe come per l’Arabia Saudita scoprire di aver finito il petrolio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2014
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