Papa Montini alla scuola di Sant’Agostino e Sant’Ambrogio
Un incontro a Villa Cagnola per approfondire la figura di Paolo VI e la sua passione per due padri fondatori del pensiero cristiano
Un Papa contemporaneo sulle tracce di due grandi Padri della Chiesa; un rapporto di figliolanza ideale, tanto spirituale quanto pastorale. "Montini alla scuola di Agostino e Ambrogio. Chiamati alla santità" è il titolo del volume del Vescovo emerito di Reggio Emilia Adriano Caprioli, che verrà presentato al pubblico in Villa Cagnola, venerdì 28 novembre alle ore 18.
Ad introdurre la serata che metterà a fuoco due giganti dei primissimi secoli del Cattolicesimo in rapporto al Pontefice che più di tutti guardò in faccia alle sfide e alle contraddizioni del XX secolo, saranno monsignor Luigi Stucchi, Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Religiosi e della Fondazione Ambrosiana Paolo VI e monsignor Cesare Pasini, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana. A seguire, l’intervento dell’autore del volume e le domande del pubblico.
«Innegabile e costante in Montini – ha detto il cardinal Scola, presentando il testo di Caprioli – nella sua azione, nel suo pensiero e nella sua spiritualità, il riferimento ai Padri della Chiesa: a sant’Agostino come educatore dei giovani universitari, seguito da sant’Ambrogio come vescovo. Questo studio mette in luce non solo il loro influsso come maestri di fede e di dottrina, di teologia e di pastorale per il rinnovamento della Chiesa. Di più. Colloca Montini stesso a discepolo di Agostino e di Ambrogio, come maestri di santità imitabili oggi. Ambedue ispirano alcuni aspetti della figura ideale del vescovo: umanità, umiltà, interiorità e carità pastorale in Agostino; grandezza, fermezza e coraggio in Ambrogio».
«Questo studio viene alla luce all’indomani dell’annuncio della beatificazione di Paolo VI, evento tanto atteso quanto testimoniato da diverse voci lungo gli anni del processo di beatificazione fino al riconoscimento delle virtù eroiche con Benedetto XVI e con Papa Francesco della miracolosa guarigione, invocata dalla madre per il bambino ancora in grembo per intercessione di Paolo VI, il papa della Humanae vitae. È noto che il significato che porta la Chiesa a riconoscere la santità di un cristiano, dal papa all’ultimo dei battezzati, non è quello di aggiungere un santo in più in cielo, moltitudine questa immensa, che nessuno può contare di ogni nazione, razza, popolo e lingua, che va ben oltre la memoria dei nostri messali e calendari, bensì quello di additare una santità imitabile qui in terra».
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