“Accam: intervento limitato, puntando alla fabbrica dei materiali”

Il sindaco di Gallarate spiega la posizione che prenderà nel confronto con gli altri soci: un investimento limitato su una sola linea esistente, mentre si parte con recupero dei materiali, differenziata spinta, tariffa puntuale

Nel mezzo del dibattito su Accam, l’accenno del sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani ad un "revampino" (un revamping in scala ridotta) dell’inceneritore di Busto Arsizio hanno provocato qualche malumore nella maggioranza di centrosinistra e reazioni ferme nello schieramento (per esempio i 5 Stelle, ma si veda anche la posizione di Sel a livello provinciale) che sostiene la riconversione completa dell’impianto. Il tutto mentre l’amministrazione di Busto – proprietaria delle aree – minaccia di far saltare (metaforicamente, s’intende) il consorzio. Qual è la proposta del sindaco Guenzani? In realtà è abbastanza composita: «La proposta che io ho fatto con il Comuni del Gallaratese soci Accam ha come obbiettivo la dismissione dell’impianto attuale, iniziando con l’impostazione della fabbrica dei materiali» mette in chiaro subito Guenzani. Ma allora il "revampino" cos’è? «La fabbrica dei materiali è un progetto che richiede tempo per entrare a regime, ma intanto noi oggi abbiamo il 37% di rifiuto indifferenziato, una percentuale comunque più bassa rispetto alla media lombarda, siamo più virtuosi. L’idea è quella di un investimento minimo, su una sola linea (delle due presenti nell’inceneritore a Borsano, ndr), orientato anche alla riduzione delle emissioni, con un intervento economico molto limitato, nell’ordine dei 5 milioni. È una cifra indicativa, ma comunque sarebbe molto più bassa di quella che richiederebbe il revamping». In ogni caso, secondo Guenzani, «non si può fare un revamping pieno perchè richiederebbe, anche su una sola linea, una forma di ammortamento lunga e quindi un prolungamento della convenzione con Busto per l’uso delle aree». È da qui che deriva la data del 2025 che ha citato in una breve intervista? «Il 2025 è la scadenza dell’uso delle aree, ma l’obbiettivo per completare la fabbrica dei materiali e l’abbandono dell’inceneritore dev’essere molto inferiore».
E intanto, cosa si fa, per avviare una gestione diversa? «Se non si fa il revamping completo, si può dirottare le risorse sia sulla fabbrica dei materiali sia sulla bonifica del sito, che interessa Busto. L’obiettivo è rifiuti zero, ma nel minor tempo possibile (nella foto, manifestazione no revamping). Si potrebbe partire anche con l’introduzione della tariffa puntuale condivisa con Legnano: si paga quel che si conferisce, con risparmio e riduzione di rifiuti indifferenziati, come fa Castellanza con i sacchi con microchip. Partiremo a breve, il più presto possibile, già anche l’anno prossimo». Rimane da risolvere il dubbio di Legnano, che ha bisogno di Accam per il teleriscaldamento… «Ho una proposta, che però deve essere verificata: Accam in futuro potrebbe trattare anche la Forsu (la frazione organica dei rifiuti domestici e urbani), che oggi non fa. Verrebbe trattata con procedimento anaerobica, producendo gas che si potrebbe impiegare per produrre energia».
C’è poi il tema delle aggregazioni nella gestione dei rifiuti: «Non siamo per una newco, la proposta è di usare l’azienda speciale di igiene urbana di Amga, che già oggi serve 180mila abitanti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Dicembre 2014
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