Ospedale scrive a paziente morta. “Signora, sta bene?”

Una famiglia ha ricevuto una lettera sul decorso postoperatorio, inviata dallo stesso primario indagato per la morte della congiunta. Una svista, che però i parenti non hanno preso bene

Una donna morta in ospedale lo scorso febbraio, ha ricevuto  una lettera dal primario del reparto di cardiochirurgia, a novembre, che sa di beffa: “Gentile paziente, mi auguro che il decorso successivo al suo intervento cardiochirurgico presso l’ospedale di Varese sia stato soddisfacente, che il suo recupero sia completo e che lei sia ritornata a una vita normale”. 
In realtà, le cose sono andate diversamente. Silvana Franchetto, 70 anni, è morta il 5 febbraio del 2014, e per quella vicenda sono stati indagati 8 medici. La famiglia ora è indignata. 

L’articolo che parla dell’apertura dell’inchiesta

A ben guardare è una vicenda senza cattiveria, ma con un po’ di imbarazzo. La lettera invita  la paziente a una serata sulle malattie cardiovascolari  a Tradate. Silvana Franchetto morì in cardiochirurgia dopo tre diversi interventi L’indagine è in corso da allora, avviata dal pm Massimo Baraldo (oggi passato ad altra procura), dopo un esposto della famiglia. L’azienda ospedaliera semplicemente non ha aggiornato il suo database e così ha toccato un nervo scoperto.

Facile intuire che la circostanza abbia comprensibilmente irritato i familiari: tra gli otto medici indagati c’è anche Cesare Beghi, il primario del reparto che ha firmato la lettera alla donna deceduta. Giuseppe Cusano, il genero della signora Franchetto, lo scorso 12 dicembre si è personalmente recato al convegno a Villa Truffini a Tradate indicato nella missiva, e ha espresso il suo disappunto direttamente ai medici che avevano organizzato la serata. Ma è ancora sotto choc.  
“Non discuto che sia un errore – osserva Cusano – ma lettera ricevuta, in cui lo stesso professore si "augura" che il recupero della paziente sia completo e che mia suocera sia tornata ad una qualità della vita ottimale, ci è parsa una vera e propria presa in giro, una beffa. Io e tutta la famiglia siamo veramente indignati per questa lettera su una situazione purtroppo davvero triste e della quale speriamo presto di ricevere chiarimenti dalle indagini tuttora in corso”.

Leggi la risposta del professor Beghi (qui)

LA LETTERA (ESTERNO)

LA LETTERA (TESTO)


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Pubblicato il 29 Dicembre 2014
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