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Napolitano: “Considerazioni in vista della fine del mio mandato”
Il presidente della Repubblica rinnova il suo appoggio al governo e durante i saluti al Corpo diplomatico dello Stato, parla di immigrazione, Commissione europea e del disgelo tra Usa e Cuba
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso oggi i suoi saluti natalizi al Corpo diplomatico dello Stato, cogliendo l’occasione per ribadire il suo appoggio al governo Renzi e l’intenzione di lasciare a breve l’incarico presidenziale.
«La prossima fine di quest’anno 2014 – dice in apertura – e l’imminente conclusione del mio mandato presidenziale inevitabilmente ci portano a svolgere alcune considerazioni sul periodo complesso e travagliato che stanno attraversando l’Italia, l’Europa e il mondo».
«Lo sforzo del governo – ha continuato Napolitano – è un’opera difficile e non priva di incognite. L’opera portata avanti dal presidente Renzi e dal Governo è un coraggioso sforzo per eliminare alcuni nodi e correggere mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico».
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Napolitano ha poi allargato lo sguardo alla situazine internazionale. «È innegabile – ha aggiunto il presidente – che la Commissione guidata dal presidente Juncker abbia un profilo più nettamente sovranazionale e si ponga obiettivi ambiziosi per rispondere alle sfide comuni in una chiave certamente più politica di quelle che l’hanno preceduta».
E sull’operato del governo, durante il semestre europeo ha aggiunto: «Nel corso del semestre di presidenza italiana siamo riusciti a far comprendere che gli epocali fenomeni migratori connessi con i tragici eventi in Medio Oriente e in Africa costituiscono una vera emergenza europea e che come tale vanno affrontati».
Infine un accenno a quanto avvenuto ieri tra Cuba e gli Stati Uniti: «Le aperture tra Stati Uniti e Cuba si possono definire una svolta storica, dovuta anche alla illuminata mediazione della Santa Sede. Il capo dello Stato ha infatti ricordato le drammatiche tensioni che in quell’area opposero le due superpotenze che si confrontavano in un mondo rigidamente diviso in blocchi».
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