Arte e meraviglia con De Chirico
Pubblichiamo l’esperienza degli alunni della scuola primaria Montessori in visita alla mostra dedicata al grande maestro
Bisogna attraversare un roseto per arrivare alle sale dove é allestita la mostra dedicata al pittore Giorgio de Chirico. Si può farlo correndo con entusiasmo se si è ancora bambini. E noi lo siamo. Ad attenderci ci sono una trentina di quadri dove ci sono opere meravigliose – nel senso che ci hanno proprio destato meraviglia – dove si vedono trenini, statue, righelli, scatole chiuse (cosa mai ci sarà dentro?).
E poi ancora libri, un cigno in un mare dipinto come un parquet a spina di pesce, figure geometriche, mele e pere. Addirittura c’è un sole appoggiato su un cavalletto e una luna sul pavimento di legno.
I trenini il pittore ha cominciato a disegnarli dopo che suo padre, che era ferroviere, é morto.
Così non lo dimentica. C’è anche una grande statua che Il Maestro ha impiegato tanti anni per farla (n.d.r. Gli archeologi).
Per alcuni di noi é stata la prima mostra. Siamo anche stanchi dopo un po’ perché siamo ancora piccoli e la signorina che ci accompagna si ferma tanto davanti ad ogni quadro e ci fa delle domande sugli oggetti che vediamo. Qualcuno di noi comincia pure a rincorrersi e a fare la lotta ma le mamme ed i papà, che stanno ascoltando un’altra guida tutta per loro, da lontano ci fanno cenno di stare composti.
Alla fine siamo quasi esausti quando finalmente ci portano a fare una merenda ‘metafisica’ cioè un laboratorio dove prepariamo con le nostre mani una merenda che sembra uscita da uno dei quadri che abbiamo appena visto.
E infatti nessuno di noi la mangia tranne uno che é il solito goloso. Anche la Villa Reale é tanto bella ma é tempo di rientrare a casa ed allora corriamo ancora tutti a perdifiato verso il pullman che ci aspetta, in uno di quei viaggi di ritorno dove tutti si é più amici perché si é vissuta una nuova esperienza insieme. Qualcuno dirà al papà prima di dormire ‘Che bello il roseto. Mi piacerebbe tanto rivederlo fiorito’ Noi genitori soddisfatti pensiamo: forse é questo il vero senso del ‘seminare’…
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