La crisi punge: in aumento i neolaureati senza lavoro
Dallo studio di Formaper emerge una fotografia preoccupante dei dati di occupazione dei dottori dell'ultimo triennio. Solo il settore dei servizi alla persona è in controtendenza
Laureati varesini penalizzati dalla crisi. Il perdurare delle difficoltà economiche non giova ai neo dottori che concludono il percorso accademico senza grandi prospettive di lavoro.
Questo è il quadro abbastanza preoccupante contenuto in “Specula Lombardia 2014”, realizzato da Formaper, che ha analizzato l’andamento del mercato per i neolaureati dell’ultimo triennio. In verità, la fotografia è parziale perché non comprende né il lavoro autonomo professionale né il praticantato e dà conto solo dell’occupazione in Lombardia mentre sfuggono all’indagine quanti lavorano fuori regione o all’estero.
Detto questo, la percentuale di laureati che ha trovato occupazione è del 46% e, per la gran parte, è stata assorbita dal settore dei servizi alla persona. Rimane, in verità, il primato dell’impiego agli ingegneri (66,5% occupato a un anno dalla laurea) mentre buone prospettive sono attribuite a chi ha scelto indirizzi economici (55%) mentre i meno richiesti sono i laureati in discipline giuridiche (27%). In decisa difficoltà i neoarchitetti e neoingegneri edili (31%) ma anche i neolaureati in psicologia (30,6%).
A livello settoriale, i dati evidenziano un minor investimento di giovani ad alta qualifica da parte della manifattura locale (-4,1% l’inserimento di laureati nell’ultimo anno), con la sola eccezione del settore della plastica, chimica e farmaceutica. In questo contesto di difficoltà occupazionali emerge, tuttavia, una tenuta dei servizi alle persone, soprattutto grazie al comparto dell’assistenza sociale, e dei servizi alle imprese, che hanno aumentato gli inserimenti di neolaureati (+11%).
L’incertezza del locale mercato del lavoro ha, quindi, disincentivato la domanda di nuova occupazione soprattutto giovanile. Il segnale è preoccupante anche perché riflette un minor investimento dei giovani altamente specializzati nella locale manifattura. In calo l’occupazione anche nel settore dei trasporti e della logistica, soprattutto a causa del ridimensionamento del polo aeroportuale di Malpensa.
Oltre alle minori occasioni di lavoro, a peggiorare il clima occupazionale è intervenuto anche il minore ricorso a contratti a tempo indeterminato nemmeno parzialmente compensato dall’aumento dell’apprendistato. Limitato è anche l’utilizzo di contratti a tempo determinati in compenso c’è stata un’impennata degli stage, figure che a volte danno luogo ad abusi.
La crisi dei diversi settori, dunque, non ha risparmiato nemmeno l’alta formazione, solitamente la più tutelata con una perdita progressiva di posti che ha sfiorato, a Varese, il 16% contro il 10,4% della Lombardia.
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