Vanessa: “Volevamo aiutare il popolo siriano”
L'amica di Greta Ramelli ha parlato ai giornalisti e ha sottolineato che erano lì per aiutare i civili siriani e che non sono responsabili del loro rapimento: «Continueremo ad aiutarli da qui»
«Volevamo aiutare il popolo siriano con latte in polvere, cibo, medicinali». Sono queste le prime parole di Vanessa Marzullo, la cooperante bergamasca liberata lo scorso 15 gennaio dopo cinque mesi e mezzo di prigionia insieme alla gaviratese Greta Ramelli, dalla sua casa di Verdello incontrando i giornalisti assiepati fuori dalla sua abitazione. Vanessa si è presentata col padre e il fratello davanti alle telecamere per ribadire il suo «grazie allo Stato italiano e all’unità di crisi che non le hanno mai abbandonate e a tutte le persone che hanno pregato per lei e per Greta». Con la sua amica e compagna di sventura ha condiviso ogni momento – ha detto ai microfoni – «ci siamo tenute la mano per tutto il tempo ed è stata l’unica consolazione, non ci hanno trattato male in rapporto alle condizioni in cui vivevamo ma vorrei sottolineare che c’è un popolo, quello siriano, che sta subendo un massacro e che deve essere aiutato. Continueremo a farlo da qua». alla domanda se c’è qualcosa che non rifarebbe ha risposto «sì ma non saprei quale sia l’errore – e ha aggiunto – abbiamo chiesto scusa ma non siamo state le responsabili del nostro rapimento». Vanessa ha ribadito che «ci sarà tempo per raccontare quello che abbiamo vissuto».
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