Frode fiscale, indagato Fabrizio Iseni
Il console onorario della Costa d'Avorio e imprenditore è indagato dalla Procura di Busto Arsizio. Avrebbe ottenuto compensi, per operazioni inesistenti, da tre imprenditori del territorio (indagati per corruzione internazionale) sfruttando la sua carica diplomatica
Avrebbe ricevuto lauti compensi per consulenze inesistenti da parte di alcune aziende del territorio e il console onorario della Costa D’Avorio, Fabrizio Iseni, finisce indagato per frode fiscale da parte della Procura di Busto Arsizio.
Nei giorni scorsi, infatti, il sostituto procuratore Pasquale Addesso ha portato a termine una corposa indagine nei confronti dell’imprenditore del mondo della sanità e diplomatico molto noto in Lombardia e non solo per la sua vicinanza a Renzo Bossi, figlio del senatùr Umberto e fondatore della Lega Nord, con il quale ha anche organizzato una contestatissima edizione del Giro di Padania. Molto nota, infatti, anche la sua attenzione al mondo dello sport e, in particolare, del ciclismo. Le indagini dovrebbero essere chiuse in questi giorni.
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L’inchiesta è partita da una verifica fiscale nei confronti delle sue società in quanto avrebbero un consistente debito con l’erario, emerso a seguito di una verifica da parte della Guardia di Finanza di Busto Arsizio. Il magistrato, in particolare, ha approfondito i rapporti tra una delle società dell’ imprenditore e alcune importanti imprese di Busto Arsizio e dintorni che si sarebbero avvalse della sua profonda conoscenza dell’Africa Subsahariana per promuovere le proprie attività in quell’area geografica e ampliare il proprio giro d’affari. Emergerebbe, dunque, una fusione tra l’attività lecita di consulente con quella di console onorario. Si tratterebbe di consulenze per un ammontare di 2 milioni di euro che sarebbero finiti nelle casse della Iseni Consulting che ha sede negli stessi uffici del consolato. L’ipotesi degli investigatori è che tramite questa società lo stesso abbia ricevuto retribuzioni per i compiti inerenti la carica onoraria di console.
La Procura, dopo aver effettuato perquisizioni e interrogatori nei confronti dei responsabili delle tre aziende, indagati per corruzione internazionale, non avrebbe trovato alcun riscontro di questa attività di promozione. L’ipotesi di corruzione internazionale deriverebbe dal fatto che Iseni avrebbe utilizzato la sua carica diplomatica, assoggettata alla disciplina legislativa della Costa D’Avorio e quindi considerato pubblico ufficiale estero, per ottenere somme di danaro. Da parte sua l’imprenditore-console avrebbe intrapreso un’azione legale nei confronti di uno dei suoi commercialisti e di una sua dipendente.
L’avvocato di Iseni, Fabio Manfrè del foro di Milano, replica così alle accuse della Procura: «Sappiamo che ci sono delle indagini e che ci sono state delle perquisizioni. Non sappiamo quale sia l’ipotesi accusatoria. Posso solo dire che il console è sereno e che non ha commesso alcun reato. Le sue attività istituzionali sono trasparenti. Siamo sereni e tranquilli».
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