Un muro di neve di fronte alla fermata del bus
Nonostante siano passati diversi giorni dalla forte nevicata, resiste un “muro di ghiaccio”. Colpa del freddo, ma anche della fretta

A Cugliate Fabiasco, nell’Alto Varesotto devono mettere i ramponi per prendere l’autobus.
Lo racconta lo scatto fotografico di un nostro lettore rimasto colpito dalle condizioni della pensilina posta a protezione degli utenti del trasporto pubblico lungo la statale: di fronte al riparo c’è un vero e proprio muro di neve compattato che col passare dei giorni – oramai cinque – dall’ultima nevicata si è trasformata in ghiaccio.
Il problema per i viaggiatori sta nel dover decidere da che parte stare: o sul sedime dello stradone, o sotto il tettuccio, ma non prima di aver “scavalcato” la barriera ghiacciata.
La zona è una delle più fredde della provincia: quando nevica da queste parti la cosa è seria; quando ghiaccia ancor di più, e per questo la valle è chiamata dagli esagerati “la piccola Siberia”.
Stavolta, però, la colpa non è tutta del ghiaccio: la fretta è cattiva consigliera anche per chi di lavoro è costretto a sbarazzare la strada nel più breve tempo possibile di fronte a una severa nevicata: così abituati ai dolci inverni da global warming, sembrava impensabile credere che la scorsa domenica sarebbero scesi 30 e più centimetri di neve in poche ore.
Così è stato.
E – dovere sacrosanto – per consentire agli automobilisti di attraversare il fondovalle a bordo dell’auto, si è sacrificato l’altrettanto diritto dei pedoni nel non venir travolti e “lavati” mentre aspettano l’autobus.

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