Acqua ad Expo: “Non garantiamo nulla, prima gli agricoltori”
Giochi d'acqua e condizionatori spenti nel sito espositivo che avrà bisogno di almeno 700 litri d'acqua al secondo. Ma con le nuove regole sul livello del Lago Maggiore tutto il sito rischia di rimanere all'asciutto
Servirà tanta acqua ad Expo. Non solo per l’aspetto scenografico del polo espositivo ma anche -e sopratutto- per garantire il funzionamento degli impianti di condizionamento dei padiglioni. Secondo le stime dei tecnici per garantire il corretto funzionamento saranno necessari almeno 700 litri di acqua al secondo. Tanta acqua che proverrà dal Ticino (attraverso il Canale Villoresi e la nuovissima “via d’acqua”) ma che potrebbe non essere così scontata come previsto sulla carta. Le nuove imposizioni del ministero dell’ambiente sul livello del Lago Maggiore potrebbero causare una grande carenza idrica nella prossima estate ed Expo sarà uno dei primi a farne le spese.
E’ in una lettera inviata il 10 marzo che il Consorzio Villoresi mette nero su bianco il fatto che “il Consorzio potrebbe trovarsi impossibilitato ad erogare la quantità d’acqua richiesta dalla società Expo per il regolare funzionamento del sito espositivo”. Nella missiva si ricorda infatti che, sulla base delle norme vigenti, la priorità per la quale è destinata l’acqua nei canali è l’utilizzo per l’agricoltura. E così il rischio che Expo rimanga asciutto e al caldo si fa sempre più concreto.
«Siamo ulteriormente preoccupati -spiega il vicepresidente del Parco del Ticino, Luigi Duse- perchè ci vorrà molta acqua in più per Expo 2015 e non prevedere una risorsa idrica adeguata potrebbe esporre a gravi danni il Ticino e i suoi agricoltori». Il Parco sta infatti portando avanti una battaglia contro il Ministero dell’Ambiente che ha imposto un abbassamento di mezzo metro del Lago Maggiore, annullando la sperimentazione avviata nel 2010.
E in effetti l’acqua che servirà ad Expo è molta di più rispetto a quei 700 litri d’acqua al secondo. La “via d’acqua”, il canale che nascerà dal Villoresi e si immetterà poi nel Naviglio Grande, ha infatti una portata che può arrivare a 3 metri cubi al secondo. Una richiesta che andrà così ad aumentare la portata minima che deve tenere il Ticino (il cosiddetto deflusso minimo vitale) attualmente a quota 18.000 litri al secondo.
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