Il pane dei carcerati conquista i palati dei varesotti

Dopo il successo ottenuto con il laboratorio di cioccolateria la casa circondariale di via per Cassano conquista apprezzamenti grazie a quello di panificazione. Il direttore: "Merito di un miglioramento delle condizioni carcerarie"

Il cioccolato del carcere di Busto (inserita in galleria)
«Un pane così buono non l’ho mai mangiato, sembra fatto nel forno a legna». E’ questo il tenore dei commenti di chi ha assaggiato il pane prodotto dai detenuti del carcere di Busto Arsizio, un prodotto artigianale che si sta conquistando una fetta di mercato, oltre che allo spaccio interno dove gli agenti di Polizia Penitenziaria ne fanno incetta, anche al di fuori delle mura perimetrali della struttura di via per Cassano. Nella casa circondariale ci hanno preso gusto per il gusto, verrebbe da dire con un gioco di parole, anche perchè la fama nella realizzazione di prodotti gastronomici i detenuti bustocchi se l’erano già conquistata con il cioccolato venduto con il nome di “Dolci Libertà”.

Questa volta tocca al pane e ai prodotti di gastronomia e pasticceria. Non solo pane ma anche pizze, focacce, hot dog, crostate e crostatine, biscotti e pasticceria artigianale escono ogni giorno dal carcere con le loro fragranze per raggiungere le panetterie che hanno stretto un accordo con lacooperativa sociale Luna (cooperativasocialelaluna@gmail.com) che si occupa del trasporto e dei rapporti con i clienti. Uno di questi è il bar panetteria “Non solo pane” di Cassano Magnago.

Il direttore del carcere Orazio Sorrentini è orgoglioso del successo che sta riscontrando la panetteria:«Eravamo partiti con tre e ora sono cinque i detenuti assunti nel laboratorio dove si produce il pane, aumentano anche i detenuti che lavorano a quello del cioccolato, altro nostro fiore all’occhiello». Sorrentini aggiunge anche un nuovo progetto legato ad Expo: «Cinque detenuti, tutti stranieri, parteciperanno ad Expo nell’ambito di un progetto per i lavori socialmente utili grazie ad un accordo tra il Tribunale di sorveglianza di Milano e il Provveditorato».

Proseguono, infine, i lavori per lo spazio all’aperto che si spera di aprire a giugno. Il direttore non nasconde la soddisfazione per un effettivo miglioramento della qualità della vita all’interno del carcere, dopo gli anni bui del sovraffollamento: «Il calo numerico prosegue permettendo la diminuzione del numero dei detenuti di un terzo rispetto alle medie di oltre un anno fa: ora siamo a 304  – spiega  e conclude –  questo miglioramento ha fatto sì che diminuissero i gesti di autolesionismo e le sanzioni disciplinari nei confronti dei detenuti».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Marzo 2015
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