La natura si riprende il ponte di gelsomini sull’Arno

Giuliano Mauri aveva creato la "passerella sul fiume perduto", era una delle Zone Artistiche Temporanee. «So che lo sviluppo dei vegetali li modificherà inesorabilmente»: undici anni dopo si è compiuto il destino dell'opera

Gallarate ponte zat giuliano mauri

Giuliano Mauri lo aveva chiamato “Passerella di gelsomini sul fiume perduto”. Era il suo intervento urbano per la mostra di arte urbana Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee promossa dal Premio Gallarate per la XXI-XXII edizione nel 2004. Ora, undici anni dopo, la natura si sta riprendendo l’opera vegetale, come aveva profetizzato l’artista.

Mauri aveva scelto un luogo della città perduto, appunto, in via Rusnati angolo via Seprio: un ponticello sul fiume Arnetta, abbandonato, che voleva riqualificare con i fiori di gelsomini (qui le foto dell’intervento, dal sito dell’artista). Era servito l’aiuto del Gruppo di Alpini di Gallarate perchè tutto è stato fatto a mano, intrecciando i rami, senza usare colle o leganti chimici. In perfetta linea con tutti i lavori dell’artista lodigiano che da sempre interviene con le sue grandi installazioni in perfetta relazione con la vicenda naturale, senza arrecare offesa, senza cercare di prevaricare il corso. “Il mio sogno  – diceva Giuliano Mauri quando l’ho intervistato – è quello di stabilire un colloquio , non di vantare un gesto. Il dialogo con la terra, il fiume e i vegetali mi accomuna nella volontà di crescere, di tendere a un cielo non più lontano bensì fisicamente immanente”.

Le sue opere realizzate in esterno per loro natura cedono al tempo e si trasformano costituendo un tutt’uno con la terra che li ospita. Le opere diventano indipendenti dalla volontà dell’artista e vivono di vita propria. “Quando lavoro i legni – raccontava – intreccio i rami e uso le piante, so di creare un percorso, so che lo sviluppo naturale dei vegetali li modificherà inesorabilmente, ma le mie forme, interventi senza chiasso, rispettosi e partecipi della sua continua mutazione, non alterano il paesaggio”.

La natura anche nell’opera di Gallarate ha preso il sopravvento, il peso dei rami ha fatto cedere la struttura, che ormai non è più agibile. L’unica soluzione possibile ormai è mettere in sicurezza la passerella e cedere al volere dell’artista e della natura. Quando arriverà l’autorizzazione  della Soprintendenza ai beni artistici e architettonici e Soprintendenza ai beni ambientali, il ponte sarà rimosso. Al Museo Maga rimane la maquette originale dell’artista e un’importante documentazione fotografica e video del lavoro di realizzazione dell’opera e di rimozione.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Marzo 2015
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