Sparatoria in caserma, Marchese: “Mi sono sentito denigrato”
Lo sparatore che ha ferito i tre carabinieri ha incontrato il suo legale Davide Toscani e si è detto dispiaciuto per aver colpito i militari. Giovedì mattina verrà interrogato dal Gip mentre proseguono le indagini della Procura

«Mi sono sentito denigrato da quei carabinieri, mi sentivo preso in giro». Sono queste le parole cheSalvatore Marchese, arrestato per aver ferito a colpi di pistola tre carabinieri nella caserma di Gallarate, ha rivolto all’avvocato Davide Toscani in un incontro avvenuto in carcere a Busto Arsizio, questa mattina, il giorno dopo la sparatoria al comando, dove attorno alla mezzanotte si era recato a piedi per chiedere di essere portato in carcere. L’uomo stava scontando la detenzione domiciliare a seguito della pena (2 anni, ndr) inflittagli per aver sparato ad un rivale in amore nel giugno del 2014. Il difensore, inoltre, ha raccolto anche parole di dispiacere per quello che ha fatto: «Mi ha detto che è molto dispiaciuto per le ferite che ha inferte ai tre militari sparando e che si rende conto di aver commesso un grave errore».
L’avvocato prova anche a spiegare quella frase che sembra essere alla base della reazione che ha portato all’esplosione dei colpi: «Marchese non è nuovo a questi colpi di testa. Soffre di una sindrome persecutoria – spiega – è in cura da tempo al Cps di Gallarate e non sembra essere in grado di dare la giusta interpretazione ai gesti e alle parole di chi interloquisce con lui». Basta uno sguardo mal interpretato per scatenare in lui una reazione imprevedibile sia nei modi che nella veemenza.
Il legale di Marchese racconta che, subito dopo la sparatoria, l’uomo si è diretto a piedi verso la casa dei genitori in via Allende ma non sarebbe entrato in casa, rimanendo seduto sul pianerottolo con la pistola a fianco (con ancora 3 colpi nel caricatore, ndr). Lì lo hanno trovato i carabinieri che lo hanno arrestato.
L’attività di indagine del sostituto procuratore titolare dell’indagine, Maria Cardellicchio, ora dovrà appurare come sia stato possibile per Marchese accedere ad un’arma all’interno della caserma e poter sparare 12 colpi contro i tre militari dell’Arma, senza essere fermato per tempo. Uno dei tre militari è stato già sentito e a breve verranno ascoltati anche gli altri due feriti. Domani mattina, giovedì, il giudice per le indagini preliminari Nicoletta Guerrero interrogherà lo sparatore.
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