Al via il nuovo welfare della città: “Basta assistenzialismo”

Presentato il piano da 290.000 euro per il welfare in città. La dura bocciatura di Giampiero Rossi: "Busto è una città senz'anima con il sindaco al Baff e non qui a parlare dei poveri cristi"

servizi sociali

E’ soddisfatto l’assessore Mario Cislaghi presentando al Consiglio Comunale il Piano di Zona 2015 – 2017, il documento alla base della pianificazione delle politiche sociali del territorio. «Con le risorse che abbiamo non potevamo fare di più -spiega il numero uno dei servizi sociali di Busto Arsizio- e con questo nuovo piano diamo un cambio radicale al nostro lavoro». Il piano prevede l’allocazione di 290.000 euro complessivi -che andranno a sommarsi agli altri stanziati dal bilancio comunale- e nel prossimo triennio metterà l’accento su famiglia e disagio sociale. Ma alle opposizioni il piano non piace.

IL PIANO DI ZONA – Il piano di quest’anno ha dovuto fare i conti con 47.000 euro in meno di trasferimenti dalla regione e prevederà 46.000 euro per segretariato sociale e sportello migranti, 30.000 per servizi di cure a domicilio, 64.000 per minori e centri diurni e 167.000 per l’inclusione sociale. Proprio in quest’ultimo capitolo l’assessore annuncia che è al vaglio un nuovo sistema di assistenza che «non si baserà sul semplice pagamento di bollette o di necessità in emergenza». Tutto il piano poi «ha alla base scelte molto precise per l’assistenza alle famiglie» e anche per questo «vedrà l’avvio di una sperimentazione per l’assistenza domiciliare con la Asl».

LE REAZIONI – Un piano che non piace alle minoranze che hanno presentato alcuni emendamenti, tutti respinti. «Si fanno le stesse cose del precedente piano e non si prevedono neanche le spese» attacca Salvatore Vita (PD) ma la bordata più dura all’amministrazione arriva dal Senatore Giampiero Rossi. «Ai servizi sociali di questa città manca un’anima» accusa l’ex sindaco precisando che nel piano «io non ho colto la sensazione che si sia capito questo periodo drammatico per la nostra città, che si sia capito che le fabbriche vengono chiuse in continuazione e che ci sono più persone in coda ai Servizi Sociali che in piazza Santa Maria». E alla luce di questo la stilettata di Rossi è indirizzata a Gigi Farioli: «il Sindaco dovrebbe essere qui a parlare dei poveri Cristi, non a presenziare al Baff».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Aprile 2015
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